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Si apre l'anno accademico,
tregua in ateneo dopo le tensioni

L'EVENTO. Oggi al Polo Zanotto l'università festeggia i 30 anni di autonomia da Padova. Polemiche per il caso foibe. Convegno non autorizzato, decisioni rinviate. Romagnani: «Aggressione squadrista»
Il Senato accademico nel corso dell’apertura dell’ultimo anno accademico
Il Senato accademico nel corso dell’apertura dell’ultimo anno accademico
Il Senato accademico nel corso dell’apertura dell’ultimo anno accademico
Il Senato accademico nel corso dell’apertura dell’ultimo anno accademico

Verona. Nessun provvedimento disciplinare ufficiale, ma un'indagine interna per chiarire l'accaduto che, però, prenderà il via solo nei prossimi giorni. Va letta forse con la volontà di stemperare le tensioni e assicurare lo svolgimento, questa mattina, dell'inaugurazione dell'anno accademico in totale sicurezza la reazione dei vertici dell'ateneo di fronte agli scontri di martedì pomeriggio al Polo Zanotto. Qui studenti e gruppi di destra e di sinistra si erano fronteggiati, con l'uso anche di spray urticanti, fino all'intervento della Polizia, in concomitanza con lo svolgimento dell'incontro "Foibe: tra mito e realtà", organizzato dal collettivo Studiare con lentezza ma annullato il giorno precedente dal rettore, proprio per il timore di non poter garantire la sicurezza vista la presenza come relatrice della storica Alessandra Kersevan, considerata da più parti una negazionista.  Difficile stabilire l'esatta dinamica degli eventi, ancora al vaglio degli inquirenti. Sta di fato che, nonostante il divieto del rettore e l'intervento dell'amministrazione dell'ateneo per farli desistere anche interrompendo la corrente elettrica nelle aule, organizzatori e relatori hanno comunque dato il via al seminario, sospeso mezz'ora dopo dall'arrivo di una trentina di rappresentanti di CasaPound e Blocco studentesco. «Ci trovavamo all'ingresso del Polo Zanotto dove avevamo organizzato una mostra in ricordo dei martiri delle foibe», spiega Lorenzo Tonini, responsabile di CasaPound Italia a Verona, «quando abbiamo saputo che la conferenza non autorizzata di stampo negazionista si stava svolgendo in un'aula dell'ateneo. Abbiamo ritenuto doveroso mostrare il nostro dissenso chiedendo chiarimenti».  L'intenzione, a sentire i rappresentanti della destra, è quella di partecipare al dibattito per permettere un contraddittorio, ma una volta arrivati davanti all'aula gli animi da ambo le parti, si scaldano: volano parole, minacce, qualcuno spruzza nell'aria spray urticante e mentre organizzatori e pubblico dell'incontro, una trentina di persone, si barricano dentro l'aula, i ragazzi di casaPound e Blocco studentesco escono nel cortile con megafoni e striscioni, perché «non volevamo lo scontro», assicurano Tonini e Martina Poli, rappresentante degli studenti per il Blocco sudentesco, «ma ribadire il diritto dei martiri delle foibe ad essere degnamente ricordati». Al di là dei danni, in attesa di una presa di posizione ufficiale di Palazzo Giuliari, in molti non hanno intenzione di far passare l'accaduto sotto silenzio. Come Omar Rahman, responsabile di Azione universitaria, che chiederà formalmente la revoca della concessione dell'aula al collettivo Studare con Lentezza, o come Gabriele Tasso, rappresentante degli studenti in senato accademico: «Chiederò al rettore che convochi un senato accademico urgente su questo tema», dice. «Va accertata la responsabilità di chi non ha chiesto lo sgombero dell'aula occupata, mettendo in discussione la sicurezza degli studenti». E Giorgio Gugole, rappresentante del personale tecnico-amministrativo in senato accademico, chiederà di rivedere il regolamento di concessione delle aule. Intanto il Dipartimento Tempo Spazio Immagine e Società, il cui direttore Gian Paolo Romagnani, a fine 2011, ha concesso l'aula che doveva ospitare l'evento «in autogestione» al collettivo e ad altri gruppi studenteschi, ribadisce «che l'università debba essere una sede di confronto e di dibattito aperto, senza preclusioni e senza censure» e «condanna l'aggressione di matrice squadrista messa in atto da elementi esterni contro un seminario promosso da alcuni collettivi studenteschi». Per quanto riguarda poi l'utilizzo dell'aula “Spazio Zero” in facoltà, si legge nella mozione approvata dal consiglio di dipartimento, «si ritiene che quanto è accaduto non possa essere usato come pretesto per negare agli studenti responsabili delle attività culturali la disponibilità di un luogo, aperto a tutti,di riunione e di confronto».E.Pas.  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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