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Legnago in lutto

Donati: «Ora tutti con Elia. Saremo squadra pure in questo»

Il pianeta Legnago scosso dal lutto della famiglia Giani. Van Ransbeeck: «Il calcio è bello ma la vita vale molto di più»
Obbligati a reagire. Massimo Donati abbraccia Giani: «Staremo vicini a lui e alla sua famiglia»
Obbligati a reagire. Massimo Donati abbraccia Giani: «Staremo vicini a lui e alla sua famiglia»
Obbligati a reagire. Massimo Donati abbraccia Giani: «Staremo vicini a lui e alla sua famiglia»
Obbligati a reagire. Massimo Donati abbraccia Giani: «Staremo vicini a lui e alla sua famiglia»

Antonio Minadeo è tornato a Legnago ieri verso l’ora di pranzo. Quando i medici dell’ospedale Careggi di Firenze lunedì mattina hanno staccato le macchine che tenevano in vita Mattia Giani lui era lì. Elia ha pianto anche sulla sua spalla, dopo averlo chiamato disperato alle nove di domenica sera. 

C’è un legame fortissimo fra loro, ben oltre il rapporto che si instaura fra giocatore e direttore sportivo. 

È partito subito Minadeo quando Mattia, fratello maggiore di Elia, era già in condizioni critiche dopo l’arresto cardiaco accusato allo stadio di Campi Bisenzio nella partita fra il Lanciotto ed il suo Castelfiorentino. «Non dimenticherò mai la dignità e la compostezza della famiglia Giani nell’affrontare un dolore così profondo», la voce spezzata di Minadeo ripensando a quegli attimi. 
In tribuna c’erano anche i genitori, il nonno e la fidanzata con cui Mattia era andato a convivere da tre giorni.

Sempre al suo fianco

Il Legnago s’è stretto attorio ad Elia in un abbraccio infinito. «Provo di continuo», il fermo immagine dell’ad Stefano Michelazzi, «ad immedesimarmi nei suoi familiari e in tutta quella sofferenza. Ovunque la sua carriera lo porterà, anche fra tanto tempo, mi piacerebbe che per Elia questa società possa essere sempre un punto di riferimento. Per tutto».

Massimo Donati, che lunedì ha parlato allo spogliatoio, prova a guardare avanti. «La vita è fatta di tanti problemi. Più grandi sono e più bisogna trovare la forza di reagire. Non ci sono altre soluzioni», il tono fermo dell’allenatore, «così come in certi casi, come questo, non ci sono parole. Adesso bisogna restare vicini a Elia e alla famiglia, esattamente quel che faremo», sottolinea ancora. «Siamo una squadra, in tutto e per tutto».

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Forza d’animo e coraggio

Fabrizio Zecchinato è più di un dottore. Sempre con la parola giusta per tutti.
Anche questa volta. «Ha grande animo Elia. So che è difficile, ma ritrovi l’entusiasmo che ha dentro. Riaccenda l’istinto che lo anima», la spinta di Zecchinato, «rimetta in moto la sua fantasia, ricominci a giocare quelle partite sulla spiaggia di cui mi ha raccontato più di una volta col sorriso da quando gli dissi che io al mare vado in Toscana. Quel che è successo a Mattia può capitare a tutti in ogni momento, al di là dei tempi dei soccorsi. Che ovviamente vanno garantiti in partenza». 

Giorni durissimi

Dolce Kenneth Van Ransbeeck, il vicecapitano della squadra biancazzurra. «Vedo i miei compagni più delle mie figlie e della mia ragazza, di fatto il Legnago è la mia seconda famiglia. Il calcio è bello, ma la vita vale molto di più. Quando penso a quel che è capitato a Mattia, praticamente ogni minuto, ho puntualmente i brividi. Sono stati giorni difficili per tutto lo spogliatoio. Ogni momento triste», racconta ancora Van Ransbeeck, «coinvolge tutti, com’è stata anche la scomparsa del nonno di Travaglini. Vorrei tanto aiutare Elia, ma non so come. Forse semplicemente perché un modo non c’è, se non dirgli che per lui noi ci saremo sempre».

Alessandro De Pietro

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