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L'atleta «rinata» 23 giorni dopo l'infortunio

I «miracoli» di Zorzi e Di Giorgio: tanta Verona dietro l'argento olimpico di Sofia Goggia

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Sofia Goggia con la medaglia d'argento a Pechino 2022
Sofia Goggia con la medaglia d'argento a Pechino 2022
Sofia Goggia con la medaglia d'argento a Pechino 2022
Sofia Goggia con la medaglia d'argento a Pechino 2022

«Ho trovato una forza incredibile dentro di me, viaggiavo con una specie di luce»: è quella l’immagine che torna nella carriera di Sofia Goggia dopo l’argento sofferto - e per questo ancor più prezioso - vinto nella discesa libera olimpica di Pechino. Un argento nato nella testa dell’azzurra ma costruito anche e soprattutto a Verona, in parte al Sacro Cuore di Negrar - dove Claudio Zorzi si era preso cura del suo ginocchio infortunato - e in parte alla Magnitudo Training di via della Scienza, dove si adopera il preparatore atletico Flavio Di Giorgio. Ventitrè giorni dopo la caduta di Cortina - distorsione del ginocchio sinistro con lesione parziale del legamento crociato - Sofia Goggia ha reagito da vero guerriero allo stop che poteva segnare la fine del suo sogno. Prendendosi una medaglia meravigliosa e condividendo la festa con l'altra azzurra Nadia Delago, bronzo al traguardo.

Tanta Verona, dunque, alla base dell'incredibile risultato. A cominciare dai trattamenti mirati di medicina rigenerativa, efficace e poco invasiva, all’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Una terapia proposta e applicata dal chirurgo ortopedico Claudio Zorzi, direttore del Dipartimento di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale in Valpolicella. «Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al coraggio e alla volontà di ferro di Sofia e insieme ai preparatori atletici, al suo incredibile recupero e straordinario risultato», ha commentato ieri Zorzi. A lui, ortopedico di fama internazionale al quale tanti atleti e artisti si sono affidati, dai calciatori della serie A ai ballerini della Scala di Milano, la campionessa di sci dopo la caduta di Cortina si è rivolta per raggiungere il suo grande obiettivo. E Zorzi non si è sottratto, optando per infiltrazioni di plasma ricco di piastrine secondo «una procedura largamente applicata sulle articolazioni di ginocchio, anca e spalla soprattutto in presenza di artrosi», spiega. «L’Irccs di Negrar, con oltre 6mila trattamenti annui di questo tipo, registra una delle casistiche più ampie a livello internazionale. L’impiego sui legamenti crociati è più recente, invece, ed esistono ancora pochi casi trattati».

Poi Flavio De Giorgio e la Magnitudo Training, palestra dove la Goggia è praticamente di casa. E da dove Di Giorgio, un paio di settimane fa, aveva definito la partecipazione dell'atleta ai Giochi «la missione delle missioni». Ieri mattina, sul profilo Instagram di Magnitudo Training, è apparsa una storia che celebra la medaglia d’argento da una prospettiva unica. Quella del “pre”, del dietro le quinte. Una foto di Sofia Goggia impegnata a lavorare in palestra, con Di Giorgio che le dà indicazioni. Non servono slogan motivazionali, non ci sono canzoni a dare la carica in sottofondo. Solo quel metallo che brilla, adesso più che mai.

Francesco Arioli

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