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Hellas Verona, lo scenario

Setti può vendere l’Hellas? Sì, passando dal Tribunale

Tutto parte dalla conferma del sequestro preventivo delle quote sociali della Star Ball da parte del Riesame
Maurizio Setti
Maurizio Setti
Maurizio Setti
Maurizio Setti

L’Hellas Verona nelle mani del dottor Stefano Reverberi, custode delle azioni di Star Ball sequestrate su disposizione della Procura di Bologna (la conferma del sequestro è arrivata in questi giorni dal Riesame). Detta così, è un po’ troppo sintetica, anche se corrisponde a realtà.

Il Verona Calcio può operare normalmente quello che è la gestione della società. Vendere e acquistare giocatori ad esempio, come pagare i fornitori e ricevere normalmente i proventi da qualsiasi attività del club. Questo perchè si tratta di una provvedimento di sequestro preventivo e non di confisca delle azioni. Cioè, in parole povere, il denunciante vuole avere attraverso il Tribunale la garanzia che, una volta terminato il procedimento, in caso di successo, il denunciato possa adempiere al valore del credito di Gabriele Volpi, pardon del denunciante.

Storia infinita

E già perché dietro a tutto ciò c’è sempre la vecchia querelle tra l’ex presidente dello Spezia e Setti. Una lunga storia dai contorni del «C’eravamo tanto amati» fino all’attualità di un debito, secondo Volpi, mai saldato da Setti. Vero o falso, non si può dire. Certo è che il sequestro preventivo, allarma e non poco i tifosi del Verona. Primo perchè la Guardia di Finanza sta indagando se oltre alle presunte mancanze verso un soggetto privato, Setti non abbia inadempiuto, sempre presumibilmente, verso il soggetto pubblico e secondo perchè difficilmente in questa situazione un custode potrebbe prendersi la libertà di accettare qualche proposta di acquisizione della società.

Un bel rebus, d’altronde sempre il sequestro preventivo è giudicato come un provvedimento subdolo. L’Hellas Verona non ha debiti e può operare ma il suo proprietario no.

Accordo

Resta un po’ incomprensibile, però, come in tutti questi anni Maurizio Setti e Gabriele Volpi, non siano arrivati ad un accordo. O come spesso avviene con aziende e attività, l’attuale presidente del Verona non abbia lasciato le quote della società a Volpi. Si sarebbe risparmiato situazioni delicate. Ma qui subentrano affari e personaggi che possono avere influenzato l’una o l’altra parte interessata.

Plusvalenze

Se è ipotizzabile che il presidente del Verona stia mettendo fieno in cascina nella malaugurata ipotesi che perda in Tribunale è altresì vero che la scorsa estate non sono state fatte operazioni di rilievo in uscita. Hien andava venduto e forse pure Ngonge. Si vociferava che Setti non l’avesse fatto perchè ormai ci sarebbe stato un compratore ma la realtà è che ad oggi non c’è nessuno che bussa alla porta del Verona. E nemmeno a quella del dottor Stefano Reverberi, il custode. Una cosa è certa. Nel calcio di oggi con l’aumento esponenziale dei costi, una società come il Verona deve riuscire a fare almeno 30 milioni l’anno di plusvalenze per restare nel calcio che conta. Intanto, se n’è andato pure Djuric ma questa non sembra essere una cessione spinta dal club, anzi. E la storia continua.

Gianluca Tavellin

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