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Verso lo spareggio con lo Spezia

Da Reggio...a Reggio: «Ricordo gli schiaffoni, ma anche la festa incredibile all'aeroporto»

Lo spareggio di Reggio Calabria del 2001 raccontato da Attilio Perotti e Michele Cossato e lo spareggio del 2023 a Reggio Emilia
Il gol di Michele Cossato a Reggio Calabria
Il gol di Michele Cossato a Reggio Calabria
Il gol di Michele Cossato a Reggio Calabria
Il gol di Michele Cossato a Reggio Calabria

«Quella stagione complicata che chiudemmo a Reggio Calabria. La più difficile della mia carriera. Io fui paracadutato nello spogliatoio, ma i giocatori stavano bene con Prandelli che però ormai se n’era andato a Venezia. Ebbi più di un problema». Parole in libertà di Attilio Perotti. Idolo a metà Anni Novanta per la promozione in Serie A, allenatore discusso per aver portato l’Hellas al doppio spareggio per evitare la Serie B nella stagione 2000/’01. «Verona è un errore più che un rimpianto. Dopo quella promozione tornai al Genoa. Avrei dovuto invece fermarmi».

C’era una società in crescita col presidente Alberto Mazzi ma poi arrivò Gigi Cagni e complice anche qualche distrazione di troppo, non incise sulla squadra. «Comunque» chiude Perotti, sorridendo, «non ho fatto grandi danni, anzi. Al mio attivo ho una promozione in serie A ed una salvezza. Meglio di così». Eppure quel Verona che Pastorello aveva rinforzato dopo la partenza di Cesare Prandelli poteva contare su tre futuri Campioni del Mondo come Camoranesi, Gilardino e Oddo. Poi c’erano Frick, Leo e Beppe Colucci, Apolloni, Mutu, Salvetti e tanti altri. La vera tegola fu la pubalgia di bomber Bonazzoli che, dopo aver segnato 7 reti si fermò a lungo. Rino Foschi riparò su Michele Cossato che giunse a gennaio dall’Atalanta. Suoi i colpi di testa della salvezza. Prima a Parma e poi quello storico al Granillo.

 

Il ricordo di Cossato

Vasco e la Reggina Il 21 giugno 2001, in uno stadio aperto per metà per permettere i preparativi del palco che avrebbe ospitato un concerto di Vasco Rossi di lì a poche ore. Il Verona s’impose per 1-0 con un colpo di testa del danese Martin Laursen. La Reggina non fece male in quella partita, ma fù punita da un calcio da fermo. Con una vittoria, all’epoca i gol in trasferta valevano doppio in caso di parità, senza subire reti, la fiducia nell’ambiente gialloblù cominciava a crescere.
Supermike «Ricordo con grande emozione quel gol». Chi parla è Michele Cossato, veronese classe 1970. Sul due a zero per la Reggina e, a quel punto, con l’Hellas in serie B. Arrivò la giocata di Beppe Colucci e, soprattutto quella dell’attaccante. «Avevo saltato Taibi e, credo Stovini con le mani voleva prendere la palla». Tanti i ricordi di quella trasferta nel catino del Granillo. «Lo sapevamo» racconta, «che sarebbero volati ceffoni ma non fino a quel punto». Il presidente Pastorello venne messo ko, sempre a fine partita. «Però, ricordo la gente all’aeroporto, la festa. Che bello. Mi auguro che domenica a Reggio Emilia a segnare sia Terracciano. Da un veronese all’altro. Non sarebbe male».

Cossato è più interessato al golf che al calcio. «Non conosco nessuno dei gialloblù. Ho visto tante partite all’inizio e un po’ alla fine. Col Milan sinceramente mi aspettavo di più. Direi che mancano giocatori com’eravamo io, Leo Colucci, Apolloni e Italiano. Parlavamo molto in campo, l’Hellas di quest’anno mi sembra fragile. Serve più cattiveria ma per lo spareggio visto le difficoltà dello Spezia sono fiducioso». Sulla stessa linea Beppe Colucci, che fornì il passaggio a Cossato per il gol salvezza. «Scartai Dionigi e mi venne addosso tutta la Reggina» ricorda l’ex centrocampista oggi nell’area tecnica dell’Empoli, «volevo calciare ma non avevo più spazio e mi inventai il lob per Michele, che fu bravissimo. Sensazioni? Ogni tanto lo rivedo quel gol, con Gila (Gilardino ndr) che zittì lo stadio. Reggio è una città accogliente, ho pure giocato lì ma a volte troppo passionale nel calcio».

Gianluca Tavellin

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