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L'intervista

Verona-Monza, Penzo doppio ex: «Hellas, serve più coraggio»

«Djuric? È l’unico che può dare opportunità offensiva alla squadra»
Gigi Sacchetti e Nico Penzo
Gigi Sacchetti e Nico Penzo
Gigi Sacchetti e Nico Penzo
Gigi Sacchetti e Nico Penzo

Verona-Monza, prima volta al Bentegodi in serie A. Uno scontro inedito nella massima categoria, quello dell’andata purtroppo, è stato archiviato come uno dei tanti turni maledetti. Spesso, soprattutto a livello di categoria inferiore però, gialloblù e brianzoli hanno incrociato i guantoni. A proposito, prendendo spunto dalla settimana enigmistica, gettiamo su carta alcuni nomi che ci svelano un curioso doppio ex. Nardino Previdi, dirigente che ricostruì la squadra dei Mazzi: «Venne a prendermi a fine stagione. Con lui col Brescia andai in A».

Enzo Scaini, dieci dell’ultimo Cadè scaligero: «Un grande calciatore e un ragazzo d’oro. Lui era il rigorista e invece Silva, mio amico sbagliò e il Lecce vinse. Quella gara ci portò allo spareggio perso a Bologna con il Pescara». Insomma il Monza avrebbe potuto andare in A ben quarantaquattro anni prima. In quel ’78/’79 c’era pure Domenico Volpati, il jolly dello scudetto. «Ci conoscemmo lì, poi lui andò al Toro». Insomma tanti i personaggi legati prima o dopo alla storia del Verona. Come Domenico Penzo, 12 gol in 37 presenze con i biancorossi e 29 in 60 presenze col Verona. 

 

 

 

In Brianza

Cifre da capogiro, se si pensa agli attaccanti di oggi dell’Hellas. «Era un bel Monza» ricorda Nico, «Marconcini in porta, Beruatto, Pallavicini, Vincenzi e poi con me davanti c’era Silva. Sapete chi erano le nostre riserve? Due giovanissimi Massaro e Monelli». Insomma mica male. E il Monza attuale? Nico ci pensa un po’ prima di rispondere. «È un gruppo quadrato con ottime individualità. Stroppa è un bravo allenatore ma più adatto alla serie B che al massimo torneo. Prova ne sia che con Palladino la squadra ha iniziato a correre. Non batti la Juve e far altri risultati eclatanti se non hai un impianto di livello. I biancorossi sono davvero un bel mix. Hanno un entusiasmo importante e per certi aspetti mi ricorda il primo Verona di Juric. Il Monza però ha più qualità. Dietro ci sono Pablo Marì e Izzo, poi in mezzo Pessina, Sensi e Caprari. Ne dimentico altri. Sarà molto dura per l’Hellas. Loro hanno una classifica di livello e vogliono chiudere il prima possibile il discorso relativo alla salvezza». 

 

La sfida del Bentegodi

Ma quale Verona rivedranno i tifosi? Quello battagliero e vincente con la Salernitana o quell’altro, poco attento e aggressivo della Fiorentina? «Non saprei» sorride amaro Penzo, «a me pare che sia venuto un po’ di braccino ai gialloblù. Sai quand’erano spacciati in fondo alla classifica, giocavano con più coraggio. Poi lo Spezia è riapparso nel radar e le cose sono cambiate». Penzo vede una squadra un po’ timorosa, quasi avesse ora molto da perdere. «Ma sicuramente» prosegue Nico, «c’è da rimetterci. I gialloblù però devono avere un altro stato d’animo. Essere col freno a mano tirato ora è uno sbaglio. Con Monza e Sampdoria servono i punti». 
L’ex bomber non vuole neppure sentir parlare di scuse. Qualcuno in settimana ha puntato il dito sul fatto che l’Hellas spesso gioca dopo le dirette concorrenti. E nel caso di un risultato positivo delle rivali, potrebbe risentirne. «Sì, questo spezzatino non mi piace, però non attacchiamoci a queste cose. Troviamo più coraggio e maggior carattere». 

 

Insostituibile

Impossibile con Nico, non parlare di attaccanti. Lui però ha un’idea chiara e sintetica: «Djuric è l’unico che può dare opportunità offensiva alla squadra». Tradotto è una bocciatura per gli altri. «Non vorrei sembrare netto nel giudizio, però il Verona ha cominciato a fare punti da quando il ragazzone ha iniziato a spizzare palloni. Con la difficoltà che abbiamo nell’attaccare, cercarlo e trovarlo di testa è una liberazione per tutti. I gol sbagliati a La Spezia? Altri e in tante partite sono stati più determinanti». Chiedere a Penzo un pronostico, sembra azzardato, anche se lui risponde volentieri. «Quattro punti nelle prossime due partite e allora diventa bella. Tre potrebbero bastare a patto che giungano buone notizie dagli altri campi. Col Monza rimane una gara difficile per l’Hellas».

Gianluca Tavellin

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