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Verona, i numeri

Hellas, una fabbrica del gol. Caprari è l'uomo in più di Tudor

Simeone, Caprari, Veloso e Barak (Fotoexpress)
Simeone, Caprari, Veloso e Barak (Fotoexpress)
Simeone, Caprari, Veloso e Barak (Fotoexpress)
Simeone, Caprari, Veloso e Barak (Fotoexpress)

Sta diventando l’Hellas di Tudor. Dopo la falsa partenza, l’esonero di Di Francesco ecco che nel breve volgere di appena sei giornate, si può già parlare della squadra di Igor. Al diavolo quel matto di Juric che è ancora molto presente a Verona e al Verona. In fin dei conti con tre partite in meno, Tudor ha gli stessi undici punti del Toro di Ivan. Sono simili ma hanno idee diverse. Più strutturato e sagace quello granata, più essenziale il mister gialloblù. Lo si è visto anche nell’incontro stravinto con la Lazio. Entrambi adottano la costruzione lunga ma Tudor sembra essere ancor più concreto, tanto da richiamare Osvaldo Bagnoli. «Se qualche volta durante la partita Garella rinvia lungo per Fanna, non è mica una bestemmia». Raccontò una volta il «Zaso», negli anni più belli della storia del Verona. Ecco così a naso, ho contato, durante la partita con la Lazio, almeno 18 costruzioni lunghe con tre o quattro rinvii di Montipò. 


Qualità offensiva Quando hai giocatori come Simeone o Caprari che puntano l’uomo senza paura ed hanno uno scarico di palla immediato, questa tattica diventa micidiale. Juric ebbe la bravura di tradurre in pratica le idee del diesse D’Amico e, soprattutto, valorizzare calciatori. Con quei soldi sono arrivati attaccanti del calibro di Simeone, che aveva solo la necessità di ritrovarsi. Se si pensa che Juric andava a fare la guerra con il solo Samuel Di Carmine, stoccatore scelto. Lasagna, giunto a gennaio, servì più che altro per inchiodare i due centrali rivali. Oggi, rappresenta purtroppo, l’anello debole dell’attacco gialloblù. A meno che domani contro il suo glorioso passato non trovi posto e venga agevolato dallo stato di grazia dei compagni. Come cambiano velocemente le cose nel calcio. Kevin Lasagna fu salutato solo nove mesi fa come l’uomo della provvidenza ed invece... Di Simeone, poker di gol a parte, piace l’atteggiamento che tiene in campo in tutti i novanta minuti. Nessun difensore è mai tranquillo con lui nei paraggi. Prima della terza marcatura, stava rubando palla in pressing a Patric e Radu. Un calciatore ritrovato. 


Un fenomeno L’abbiamo scritto più volte fin dal suo primo giorno in gialloblù. L’Hellas possiede un top player: Antonin Barak. Un centrocampista completo che con l’andar della carriera potrà anche divenire pure uno splendido regista. La sua marcatura su Leiva è stata spietata come del resto i suoi inserimenti con palla e senza palla. Quando Tudor ha chiesto di rallentare i giri, Barak non si è fatto pregare. Fuori Veloso per preservarlo, è diventato lui il faro dell’Hellas. Spiace che non abbia timbrato i soliti inserimenti da dietro come capitò con la Roma ad esempio.

 

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Non solo assist Se Giovanni Simeone è il cannoniere che il Verona stava cercando, Gianluca Caprari è tutto quello che un difensore non vorrebbe mai trovarsi davanti. Svelto di testa, rapido, col tiro e dribbling sempre in canna. A volte è meno pericoloso un centravanti classico rispetto all’ex della Samp. Nel calcio compassato di Di Francesco anche Simeone si trovava in difficoltà. Arrivare sulla traiettoria, per una punta, non è la stessa cosa di trovarsi già sulla traiettoria. Tudor ha abolito la staticità e il suo maggior interprete della rapidità di lettura offensiva è proprio Caprari. D’accordo sarà importante domani alla Dacia Arena ma è davvero intrigante andare oltre e vedere l’attacco dell’Hellas impegnato contro Bonucci, Chiellini o De Ligt.
Sarri e Gunter Entrambi sono apparsi in difficoltà. Il primo dopo la vittoria nel derby con la Roma di Mourinho ha suscitato più perplessità che pareri favorevoli, mentre il secondo non può essere sempre lasciato in campo aperto, dove ha già dimostrato la sua vulnerabilità. A Tudor o Bocchetti la soluzione.

Gianluca Tavellin

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