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Sampdoria-Verona alle 12.30

Hellas, (anche) a Marassi c'è un solo risultato. La probabile formazione dei gialloblù

I tifosi dell'Hellas a La Spezia
I tifosi dell'Hellas a La Spezia
I tifosi dell'Hellas a La Spezia
I tifosi dell'Hellas a La Spezia

Hellas adesso o mai più. Fa bene Marco Zaffaroni a predicare equilibrio ma l’occasione per ridurre le distanze con lo Spezia è troppo ghiotta. Un successo porterebbe i gialloblù nuovamente a ridosso della formazione di Semplici che al Mapei ha lottato strenuamente prima di arrendersi al Sassuolo. 

 

Marassi campo tabù

Se la Samp ha perso spesso e volentieri al Bentegodi, la stessa cosa non la si può dire a Marassi. Il Verona in serie A, ha vinto una sola volta nella Genova blucerchiata. Più di cinquant’anni fa con gol di «Pantofola Mazzanti», una piccola, grande icona gialloblù. Nemmeno nei gloriosi e ruggenti prima Anni Ottanta, quando le due squadre salirono insieme dalla B per conquistare un posto al sole. Il Verona vinse lo scudetto e sfiorò la Coppa Italia. Andò meglio a Mantovani rispetto a Chiampan, visto che il petroliere oltre al campionato vinse Coppa Italia e Coppa delle Coppe prima di perdere la finale di Coppa dei Campioni a Wembley. I precedenti sono spietati. Parlano di 18 successi per i padroni di casa, sette pareggi e come scritto un’unica vittoria esterna.

Al di là della cabala che, però, ha il suo perchè, è la forza ritrovata della squadra ligure ad intimorire. Con grandi grattacapi finanziari e societari, la squadra indebolita negli anni, ha subito un processo involutivo. Dopo l’esonero di Giampaolo, è arrivato Stankovic. L’ex Inter che terminò nella Doria la sua brillante carriera, ha portato dignità e voglia di lottare. 
A Torino con la Juve, Gabbiadini e compagni sono stati perfino commoventi. Superare il Verona, per loro, può essere davvero qualcosa in più di una semplice vittoria. Una prova di orgoglio e perchè no, poter alimentare la piccola fiamma della speranza.

 

I problemi in attacco dell'Hellas

Oltre a ciò l’Hellas dovrà vincere prima le proprie paure e i limiti realizzativi. Setti certo non pensava dopo la cessione dei tre tenori Caprari, Simeone e Barak, di dover confrontarsi con un bottino così magro. Il gol di Verdi contro il Monza è giunto dopo 380 minuti di astinenza, un’eternità.
Ed è questo il dato più preoccupante per le speranze di salvezza dell’Hellas.
 L’apparizione con il Monza è servita per mettere minuti nelle gambe ma oggi all’ora di pranzo, Djuric dovrà dare tutto se stesso per aiutare i compagni a salire con maggior rapidità e pericolosità rispetto alle gare nelle quali lui è stato costretto a marcare visita per l’infortunio al ginocchio. I suoi 198 centimetri e la grande capacità di difendere palla, saranno un vantaggio non indifferente per i gialloblù. Poi se arrivasse anche un gol, non sarebbe male.
Dietro il rientrante Ceccherini potrebbe scalzare Dawidowicz. 
L’undici di partenza non dovrebbe discostarsi di molto dal seguente: Montipò, Ceccherini, Magnani, Coppola, Tameze, Duda, Faraoni, Doig, Lazovic, Kallon e Djuric.

Una partita da vincere per tornare a sperare in quella salvezza che dopo lo zero a zero di La Spezia e l’uno a uno col Monza sembra essere diventata una chimera.

Gianluca Tavellin

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