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E venne il giorno di O’ Connor Almeida sempre più solido

L’arrivo sul traguardo di Ben O’Connor
L’arrivo sul traguardo di Ben O’Connor
L’arrivo sul traguardo di Ben O’Connor
L’arrivo sul traguardo di Ben O’Connor

MADONNA DI CAMPIGLIO (Tn) Ben O’ Connor, secondo l’altro giorno dopo Tratnik a San Daniele del Friuli, è primo a Madonna di Campiglio. Lungo la salita il venticinquenne australiano, «prof» dal 2017, stacca i compagni d’avventura e regala alla Ntt la prima vittoria in questo Giro e a sé stesso. Rispetto all’altro giorno, il racconto si ripete. I fuggitivi si giocano la vittoria di tappa, i big non si danno battaglia. Se l’altro giorno era prevedibile, ieri no. La frazione con Valbona, Bondone e Durone, non è secondo le attese e risulta deludente. La Deceuninck-Quick Step controlla a meraviglia la corsa e trascorre la giornata sempre davanti sulle salite, in protezione di Joao Almeida, che allunga l’avventura in rosa. Dietro c’è il “trenino” Sunweb per Kelderman che non accenna ad attacchi e non gioca nemmeno la ”carta” Hindley, terzo in classifica, probabilmente il più in forma del gruppo, per scalfire le sicurezze di Almeida. Succede, anzi, l’impensabile: quando Hindley allunga a poco meno di 5 km dal traguardo e guadagna qualche metro, è il suo capitano Kelderman ad andare a prenderlo. E’ perché la strategia era quella di attaccare in due? O perché, come ha osservato Nibali, «Kelderman l’avversario più pericoloso ce l’ha in casa» e Wilco vuole mantenere le gerarchie in casa propria? È stata, se non altro, l’unico momento a regalare un pizzico di emozione. Il beneficiario dell’azione, in ogni caso, è Almeida, che si ritrova subito accanto ai due Sunweb. L’ultima salita, verso il traguardo di Madonna di Campiglio, non è così dura da produrre attacchi. I fuggitivi, una decina della ventina d’inizio tappa, si danno battaglia. Prova più volte De Gendt, poi Dennis e Zakarin, riparte più volte il belga, Pernsteiner (terzo al traguardo, si consola con un balzo in classifica), ma è O’Connor ad avere il passo giusto. Guadagna subito una ventina di secondi e, pedalando con agilità, va a vincere. Commenta: «Arrivare secondo, come a San Daniele, mi aveva dato grande tristezza, ma aveva vinto il più forte. Questa volta ce l’ho fatta. Ho dato tutto per tutto perché avevo questo desiderio di vincere per la prima volta una tappa di un grande Giro. Coronarlo è un sogno, un sollievo, una gioia». Ed ecco, oggi, la tappa più temuta, probabilmente quella che più inciderà sulla classifica finale. Da Pinzolo ai laghi di Cancano, nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, ci sono 207 km tutti su e giù. Si comincia subito salendo a passo Carlo Magno per affrontare, dopo 44 km l’inedito Castrin (22 km al 9,1 per cento medio con punte al 13), antipasto all’ascesa a Cima Coppi, al Passo dello Stelvio dal versante di Prato allo Stelvio, il più duro: 24 km 700 metri mediamente al 7,5 con punte al 12 per cento non possono non provocare scossoni.(e l'Italia chiama all'appello Nibali). Dopo la lunga discesa (22 km che potrebbero incidere più della salita, anche le temperature rigide), si sale da Isolaccia Valdidentro al traguardo dei Laghi di Cancano in 10.700 metri al 6,8 per cento con pendenza massima all’11 per cento. La prefettura francese ha intanto negato il permesso a passare per la Francia nella tappa di sabato per misure anti Covid. La corsa non salirà sul Colle dell'Agnello sostituito da tre salite al Sestriere dove è confermato l'arrivo. •

Renzo Puliero

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