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«Le analisi furono alterate»

Doping, caso Schwazer archiviato. Donati lo difese a Verona

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Alex Schwazer
Alex Schwazer
Donati a Verona

«Archivazione per non aver commesso il fatto». Così il Tribunale di Bolzano pone fine al processo di primo grado per doping ad Alex Schwazer. Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di «opacità» da parte di Iaaf e Wada nelle analisi che portarono alla positività e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni. Il giudice ritiene «accertato con altro grado di credibilità» che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l’atleta positivo.  Il campione altoatesino si era dichiarato vittima di un complotto.

 

Da quel presunto caso di doping risalente al 2016, il tecnico Sandro Donati l'ho ha sempre difeso. Per raccontare la battaglia portata avanti da Alex Schwazer, Donati era stato ospite della Straverona l'8 febbraio 2018 al Masprone. Nel narrare quel “giallo” iniziato due anni prima, dal giorno della positività agli steroidi dell'atleta altoatesino (gennaio 2016), il tecnico famoso per le sue battaglie contro il doping aveva tenuto la platea scaligera con il fiato sospeso.

Molti hanno creduto nelle sue parole, e ora anche il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di Schwazer per «non aver commesso il fatto». Per prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo il marciatore altoatesino deve rivolgersi ora alla Corte Federale Svizzera per annullare la squalifica di otto anni (fino al 2024), inflitta dalla Tas.

A.P.

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