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Un veronese al Tour des Geants

Cinque giorni di corsa e cammino: l'impresa lunga 350 chilometri di Andrea Zanotti

Andrea Zanotti all'arrivo al Tour des Geants
Andrea Zanotti all'arrivo al Tour des Geants
Zanotti al Tour des Geants

Un gigante tra i giganti. Andrea Zanotti ha 47 anni, vive a Grezzana, sposato con due figli, un'attività nel campo della pubblicità. Una vita tranquilla e una grande passione, gli ultra trail. Andrea ama correre e camminare in montagna. Lo fa per ore e ore, macinando chilometri e dislivelli importanti.

Ma il Tour des Geants non è solo un ultra trail. È un'esperienza estrema e straordinaria. Il periplo della valle d'Aosta, partendo e arrivando a Courmayeur dopo 350 chilometri e 30 mila e 800 metri di dislivello. Per i più, un'autentica follia che Andrea ha portato a termine dopo cinque giorni di corsa e cammino.

 

Zanotti al Tour des Geants

 

«Sono partito domenica mattina alle 10 da Courmayeur e ci sono tornato venerdì pomeriggio alle 14. Ho dormito cinque ore in cinque giorni. All'arrivo ero finito ma felice. Ho ancora dentro di me un'adrenalina pazzesca. È difficile da raccontare. È un'esperienza davvero particolare. I momenti più belli? Sono tanti. Ma ciò che mi resterà dentro è il rapporto che instauri con gli altri concorrenti. Il Tour des Geants è una gara competitiva ma il legame che si crea con chi corre e cammina accanto a te va al di là del risultato sportivo. Un esempio? All'ultimo ristoro in piena notte stavo bevendo qualcosa di caldo e di fronte a me c'era un altro concorrente. Ci siamo guardati e ci siamo detti, partiamo. Era un ragazzo di Treviso, di fatto siamo arrivati assieme e assieme stiamo pensando di fare qualche altra gara del genere. L'ho conosciuto lì e ora ci sentiamo tutti i giorni. È nata una vera amicizia».

Cinque giorni di corsa e cammino lungo la valle d'Aosta, sfiorando le vette dei quattro giganti, Gran Paradiso, Cervino, Rosa e sua maestà il Bianco «che vedi l'ultimo giorno arrivando a Courmayeur e posso dire che è un autentico spettacolo. In questa edizione siamo stati molto fortunati con il meteo. Di fatto c'è stato solo un temporale notturno, per il resto giornate incantevoli. Alla partenza eravamo in 800, siamo arrivati in poco meno di 450. Come è andata? Benissimo, davvero non pensavo di finire così bene in classifica. Sono stato il 150esimo a finire. L'importante per me era arrivare, ci sono riuscito e l'ho fatto anche alla grande. Il segreto? Tanto allenamento. Per questa gara mi sono preparato per due anni. Per due mesi non ho toccato alcool, per uno come me che ama un buon bicchiere di vino è stato un sacrificio enorme. Battute a parte è una manifestazione che non puoi preparare senza una preparazione meticolosa. E comunque non è solo l'aspetto fisico che conta. Il 50 per cento è testa. Devi avere la voglia di arrivare sino in fondo, di non mollare. Lo scorso anno ho perso mio papà, è stata dura. Lui mi ha trasmesso la passione per la montagna e a lui in quelle notti ho pensato tanto. Il Tour des Geants non è solo una corsa, è davvero qualcosa di più».

Sandro Benedetti

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