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San Giovanni Lupatoto

Marcello a 16 anni deve lasciare il calcio. Compagni e avversari si fermano ad applaudirlo

«All’inizio sono rimasto sorpreso dal cambio, non sapevo nulla. Non potevo immaginare, poi ho capito. È stato un gesto bellissimo. Tutti quanti commossi, qualcuno piangeva anche»
Marcello De Cata saluta il calcio

Ama la chimica Marcello De Cata, colpo di fulmine scattato visitando un giorno i laboratori del Ferraris, nel classico iter di orientamento per le scuole superiori. «Mi affascina il gusto della scoperta, in generale del nuovo, delle sperimentazioni», il flash di De Cata, sedici anni, studente modello ma non solo. 
Ama soprattutto il calcio lui, difensore centrale e capitano degli allievi del San Giovanni Lupatoto
Tifoso dell’Hellas, un debole per Tameze e non solo per i grandi idoli Cristiano Ronaldo e Marcelo, al Bentegodi anche nell’ultima in casa contro il Monza. 
I brividi più grandi però li ha avvertiti domenica. I suoi e quelli dei suoi amici dell’Under 17, dei suoi dirigenti, prima ancora di mamma Federica e papà Antonello. 
S’è fermato il tempo quando Giampietro Birtele, il suo allenatore, l’ha richiamato in panchina all’ultimo minuto della partita col Chiampo. 

 

Arrivederci al calcio giocato

Prima che si formasse un lungo e dolcissimo corridoio, con compagni ed avversari ad applaudirlo, delicatissimo tributo a De Cata che, almeno per un po’, a pallone non potrà giocare a causa di una lieve anomalia cardiaca per la quale non poteva però che prevalere la strada della prudenza. «All’inizio sono rimasto sorpreso dal cambio, non sapevo nulla. Non potevo immaginare, poi ho capito. È stato un gesto bellissimo. Tutti quanti commossi, qualcuno piangeva anche», racconta De Cata, anche lui con gli occhi lucidi mentre sulle tribune s’alzava lo striscione “Grazie di tutto Cap”. 
Gli esordi con l’Hellas, poi il Raldon, quindi il San Giovanni Lupatoto. 
Dove rimarrà De Cata, fino a fine stagione assistente di Birtele e poi magari da istruttore dell’attività di base. 

 

Il futuro di Marcello

C’era ieri all’allenamento De Cata, a guidare la fase difensiva che conosce così bene. «Prenderò il patentino, appena sarò grande abbastanza. Mi piacerebbe anche fare il fisioterapista. Voglio continuare in ogni caso a vivere nel calcio, anche se in altro modo», la volontà ferma di De Cata, convocato ieri dalla dirigenza per fare quattro chiacchiere sul suo ruolo nei quadri societari. 
«Marcello è un ragazzo eccezionale, di una maturità straordinaria. Ho fatto ragionare il cuore, anche se fino all’ultimo ero indeciso se cambiarlo o meno. Ma è stata la scelta giusta, tanto più che lui resterà con noi. E di certo mi darà una grande mano», il dietro le quinte di Birtele, una vita da tecnico passando anche dall’Eccellenza della Belfiorese, perfettamente assistito dal dirigente Stefano Scudeller che prima del fischio di inizio ha spiegato tutto sia all’arbitro Samuel Vinco che a Christian Vinoli, sensibilissimo tecnico del Chiampo. Al Battistoni, per puro caso, c’era anche il consigliere regionale Ilaria Bazzerla che in un attimo s’è procurata e poi consegnato a Marcello un gagliardetto e una spilla della Figc. «Uno dei momenti più emozionanti nella mia vita sui campi», l’istantanea di Bazzerla, «ricorderò per sempre gli occhi e l’espressione di Marcello». 
Lui nel frattempo ha già voltato pagina. Già ieri, con le prime indicazioni alla linea di difesa. E la partita con la Belfiorese di domenica da preparare nel migliore dei modi. Mescolando il pallone con l’amata chimica. E una vita intera davanti per coronare tutti i sogni che vorrà. 

Alessandro De Pietro

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