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SENZA PANCHINA

Da Ferrari a Montagnoli. Tanti big senza panchina

Jodi: «Mi manca tanto. Spero di tornare presto» Il Puma: «Serve trovare una proposta condivisibile» Maschi: «Impossibile conciliare calcio e lavoro»
Jodi Ferrari ha chiuso un ciclo esaltante con il Valgatara
Jodi Ferrari ha chiuso un ciclo esaltante con il Valgatara
Jodi Ferrari ha chiuso un ciclo esaltante con il Valgatara
Jodi Ferrari ha chiuso un ciclo esaltante con il Valgatara

Affermati allenatori dilettanti ancora fermi ai “box”: effetto di una stagione calcistica non particolarmente favorevole, di attività professionali difficili da conciliare con la panchina, oppure di proposte inferiori alle aspettative da dover riconsiderare. Sono davvero questi i motivi alla base delle loro mancate “candidature”? Antonio Bogoni: «Attualmente ho ruolo all’interno del calcio dilettantistico, ma come responsabile dell’area tecnica giovanile della Pro Sambonifacese. In sostanza dopo l’incarico della panchina come vice allenatore a Mantova in C2 ed ultimo incarico in ordine di tempo, ho smesso di seguire quella strada. Ho cambiato percorso, proponendomi come diesse alla Sambonifacese. La scelta è stata, poi, di avvicinarmi al mondo dei giovani calciatori convinto di abbracciare l’indirizzo più giusto: ruolo che porterò avanti e che incontrerà il mio interesse per il presente e per il prossimo futuro».

Marco «Puma» Montagnoli: «Non sono mancate le opportunità per riprendere in mano l’attività tecnica, ma a valere devono essere progetti condivisibili con quanto proposto dalle società. Noto, invece, che alcuni presidenti vanno a privilegiare soprattutto i giovani allenatori. Vorrei osservare che l’esperienza è garante di preparazione e di maturata conoscenza. Dopodiché, mi piace affidarmi a uno dei miei slogan preferiti: «I giovani corrono più veloce, ma gli allenatori esperti conoscono meglio la strada». L’ultima analisi mi porta a considerare come gli allenatori possano, comunque, calarsi anche in altre esperienze: direttori generali, direttori sportivi, vice allenatori, collaboratori tecnici».

Jodi Ferrari: «La panchina mi manca ma spero di riconquistarla presto, già dai prossimi mesi perché ho tanta voglia di calcio. A Valgatara dopo cinque anni si era concluso un ciclo e sapevamo un po’ tutti, ad inizio di stagione, che sarebbe stato l’ultimo anno assieme. Non sono mancate le richieste in questa estate, ma ricercavo progetti migliori rispetto a quelli che mi sono stati offerti». Roberto Maschi: «Mi risulta impossibile far conciliare la mia attività professionale con quella di allenatore. Ho avuto anche per la prossima stagione opportunità per una panchina in Eccellenza, ma ho dovuto declinare l’incarico perché sono abituato ad impegnarmi totalmente nel ruolo che mi è appartenuto per tanti anni. Ed, allora, meglio dedicare il tempo che rimane a me stesso e alla famiglia. Il mio ricordo, però, non può che andare all’ultimo impegno con la Belfiorese: vittoria in Coppa Italia e terzo posto in campionato». Luigi Possente: «Gli oneri derivanti dall’attività professionale mi hanno imposto, al momento, di scegliere e privilegiare il lavoro. Questo non vuol dire che mi stia allontanando dal calcio, oppure non mi interessi di tutto ciò che gira attorno a questa splendida disciplina. Mi aggiorno, mi alleno e sono curioso di verificare l’applicazione metodologica di alcuni giovani colleghi. E, tutto ciò, lo faccio in incognito su vari campi per non influenzare strani pensieri in alcuni altri. Il mio interesse futuro è di trasmettere ai calciatori criteri sani anche di crescita sociale e di poterli far emozionare nella loro attività».•.

Flavio Pasetto

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