<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Musica e politica

Salvini, bordate al Sanremo di Amadeus. Egonu: «Italia paese razzista, ma non lo sono tutti»

Il festival della canzone italiana 2023 fa discutere la politica
Amadeus e Egonu
Amadeus e Egonu
Amadeus e Egonu
Amadeus e Egonu

 «L’Italia è un paese razzista? Sì, ma non vuol dire che tutti sono cattivi, ignoranti. Non voglio fare la vittima, ma solamente dire come stanno le cose. È un paese razzista che però sta migliorando».

Lo ha detto la pallavolista Paola Egonu nel corso della conferenza stampa del festival di Sanremo 2023, della quale sarà co-conduttrice questa sera, 9 febbraio.

È successo esattamente l'opposto di quello che aveva auspicato il ministro Salvini: «Egonu non venga a fare la tirata sul Paese razzista. Grande sportiva, grande pallavolista, ma spero non venga a fare una tirata al Festival sull’Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti ma non sono razzisti»

 

Le repliche a Paola Egonu

«In Italia ci sono i razzisti come in tutti i Paesi del mondo e, come dappertutto, sono dei cretini in netta minoranza». Lo afferma Alfredo Antoniozzi vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera rispondendo a Paola Egonu. «L’Italia - aggiunge - è un Paese a stragrande maggioranza di persone civili e non stupide che non fanno differenza di pelle. Certo, una minoranza c’è ma esiste in ogni angolo del mondo. La signora Egonu è un’eccellente pallavolista Italiana - conclude Antoniozzi - e tutti tifiamo per lei e lo sport Italiano. Da Osimhen a Leao è pieno di ragazzi di colore amatissimi. Il resto è stupidità marginale».

«In Italia ci sono, purtroppo, tante persone razziste. Ma l’Italia non è un paese razzista (sono due cose diverse). E penso ci voglia più rispetto anche da parte di chi, in modo sacrosanto, chiede più rispetto». il commento del deputato di Azione - Italia Viva - Renew Europe Luigi Marattin.

 

Le polemiche di Salvini

La politica è già entrata in questo festival di Sanremo.

Il ministro alle Infrastrutture e segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato la presenza di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, nella serata inaugurale del Festival, aperta dal monologo sulla Costituzione tenuto da Roberto Benigni.

«Non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo, che è la storia di Morandi e Ruggeri, di Luigi Tenco. Riempire Sanremo di contenuti extra festival, dalle guerre ad altro, non mi piace. Se c’è qualche causa che va difesa a Sanremo, significa che siamo un Paese indietro. I diritti delle donne vanno al di là dal Festival», insiste, tornando a bocciare la presenza "virtuale" del leader ucraino Zelensky («Io sabato sarò con i miei figli, non penso mi chiedano di ascoltare la lettera di Zelensky a Sanremo. Ci guarderemo un film»)

 

Leggi anche
Il videoclip svela il significato della canzone di Tananai. «Non avevamo capito niente», «Grazie per il supporto»

 

La replica di Amadeus

Anche il deputato veronese Ciro Maschio è intervenuto su Sanremo, chiedendo uno spazio per il giorno del Ricordo delle Foibe: «Sono quattro anni che Matteo Salvini se la prende con il festival, ma basta non guardarlo», è la replica secca di Amadeus. «Per l’ultima sera spero scelga un buon film per lui e per i suoi ragazzi. Il discorso di Paola Egonu? Tutti hanno il diritto di manifestare il loro pensiero, c’è assoluta libertà».

 

L'appello di Maschio sulle foibe

Su Sanremo è intervenuto anche il deputato veronese Ciro Maschio, auspicando che venga commemorato il giorno del ricordo delle Foibe: «Auspico che domani arrivi da Sanremo un altro messaggio forte in occasione del giorno del ricordo delle foibe».

 

 

Il caso Fedez

Infine è arrivata la presa di posizione della Rai dopo la performance di Fedez, che ha mostrato (e strappato) l'immagine del viceministro Bignami vestito da nazista: «Confermo che non eravamo a conoscenza della performance. A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto che deve esprimersi attraverso tutte le forme d’arte e i pensieri di chiunque», ha detto il direttore dell’intrattenimento Prime Time, Stefano Coletta. «Sempre a nome della Rai, in maniera molto netta, mi dissocio fortemente dai contenuti e dalla gestualità dell’intervento che può fare molto male quando diventa personale e che il servizio pubblico non può tollerare», ha aggiunto Coletta. «Non c’è più libertà che tenga quando gli attacchi diventano personali»

 

Suggerimenti