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Stasera il concerto del cantante romano

Carl Brave in Arena, la notte del coraggio diventa realtà

Carl Brave
Carl Brave
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Carl Brave

È il giorno del Coraggio, Carlo. Anzi, meglio, di Carl Brave. Stasera il cantante romano sarà il padrone di casa dell’Arena. Una notte tutta sua, un sogno partito da lontano e che ora, finalmente, diventa realtà. Sul palco assieme a lui, per quello che lo stesso Carl Brave ha definito «il mio miglior concerto», ci saranno tantissimi musicisti. Dai coristi, ai fiati. Ma poi anche tromba, sassofono, piano, batteria, basso e flicorno. E checché se ne dica, altroché «semplice» indie. Tutt’altro.

Il seguito di Carlo Coraggio – Carl Brave, la traduzione in inglese e suo nome d’arte - è ben radicato. Artista che negli ultimi anni ha duettato con mezzo panorama musicale italiano. Anche perché, e lo aveva spiegato lui stesso, i featuring danno sempre un qualcosa in più ai brani. Tonalità diverse che impreziosiscono i tre minuti d’ascolto. Facile quindi aspettarsi anche qualche altro personaggio, a sorpresa, nella notte dell’Arena. Anche se per ora è tutto molto top secret. Da «Makumba», cantato assieme a Noemi, che ha accompagnato l’estate torrida con un ritmo scanzonato, leggero ma fino a un certo punto, ai pezzi storici della capitale di «Polaroid». Questo il percorso immaginario all’anfiteatro.

Quel disco che, era il 2017, ha lanciato Brave nell’olimpo prima dei giovanissimi, di quell’indie – anche se delle etichette, diciamolo, se ne può fare a meno – nascosto e ancora un po’ di nicchia che racconta la Roma meno turistica. Quella delle piazze piene di ragazzi, delle birre, delle sigarette e delle storie d’amore travagliate. Tutto insieme a Franco126, compagno di viaggio per diverso tempo prima di spostarsi su altri binari. «Notti Brave», gioco di parole che stupiscono solo se non si conosce il personaggio, è la consacrazione di Carl. Il disco esce maggio del 2018 e contiene tantissimi duetti. Segno della grande produzione del romano e del tessuto che pian piano è riuscito a crearsi intorno. Francesca Michielin (con «Fotografia» conquista tre platini), Giorgio Poi, Coez, Gemitaiz, Emis Killa, Ugo Borghetti, solo per citarne alcuni. «Posso», con Max Gazzè, è l’ennesima conferma di un astro che s’inserisce in una fessura della musica italiana ben precisa. Tutto inserito in «Notti Brave (After)», pubblicato a novembre dello stesso anno.

Ad ottobre 2020, invece, è il momento di un progetto molto più introspettivo. Di nuove storie e di un salto, anche di scrittura, notevole. «Coraggio», altro gioco con cui Brave si diverte a muoversi, è un disco profondo nato, per altro, anche nel pieno del primo lockdown. Brani come «Le guardie» descrivono momenti duri, difficili da gestire intimamente. Anche se, e lo ha spiegato in un’intervista proprio a L’Arena qualche giorno fa, quei mesi sono stati professionalmente molto proficui. Lui che, in quei giorni di reclusione, si è messo davanti al computer a comporre le basi e ci ha scritto sopra le parole.

Anche «Coraggio» è infarcito di featuring. Partendo da «Spigoli» (doppio platino) assieme a Mara Sattei e Tha Supreme fino a «Fake dm» con Guè Pequeno. In mezzo c’è anche «Parli Parli» cantata con Elodie. Ora arriva l’Arena, punto d’arrivo per tanti artisti ma che per Carl Brave è un passaggio in una carriera che tutto è tranne che una meteora. C’è poi un segno, per chi crede nel destino, che ha accompagnato il cammino di Carlo Coraggio e Federico Bertolini, Franco126. Quella gag che, forse per uno slancio d’ego o magari per semplice autoironia, i due facevano nei locali dello stivale davanti a qualche centinaio di fan: «Ciao Arena di Verona!», urlavano al microfono. E stasera, ma questa volta per davvero, non sarà una battuta, una frase buttata lì per caricarsi, per fare uno scherzo o per ridere. Questa sera quella frase diventa la realtà. Coraggio. 

 

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Nicolò Vincenzi

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