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Intervista a Isabella Caserta

Teatro Laboratorio, 54 anni di impegno civile. Oggi anteprima del festival «Non c'è differenza»

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Isabella Caserta
Isabella Caserta
Isabella Caserta
Isabella Caserta

a quando esiste, 54 anni, il Teatro Scientifico - Teatro Laboratorio di Verona si dedica all'impegno sociale attraverso le sue produzioni teatrali sempre all'avanguardia, con le collaborazioni di spicco e gli ospiti italiani e stranieri che lo spazio off, ha accolto nella dimensione di "palcoscenico umano" senza pregiudizi e barriere di ogni tipo, voluto dal fondatore Ezio Maria Caserta scomparso nel luglio 1997 di cui la famiglia porta avanti l'attività creativa, con la direzione artistica di Isabella Caserta.

Quello di oggi «è un evento aperto a tutti che inizia alle 18 nella sede dell'Archivio in Via Tommasp da Vico, 9, zona San Zeno e vede coinvolti Jana Balkan, Elisa Lombardi, il musicista Valerio Mauroe e me - spiega l'attrice e regista Isabella Caserta alla guida della cooperativa del TS/TL - È un'occasione di presentazione dei 54 anni di attività della nostra realtà artistica con un focus sui progetti dedicati al teatro sociale di comunità e al teatro di impegno civile».

 

Quando è iniziato?

«Dalla fine degli anni '60 il Teatro Scientifico Teatro Laboratorio ha dedicato molta attenzione a queste tematiche. Il teatro sociale d’arte e di comunità ha un duplice fine, quello artistico e quello di generare il benessere della persona che lo fa e lo riceve e agisce in modo costruttivo, rigenerativo nelle relazioni interpersonali, spesso lavorando con le fasce fragili della popolazione o in situazioni di disagio».

 

Quale è l'insegnamento di tuo padre?

«Ezio aveva creato già negli anni '70 progetti di teatro carcere, sulla parità di genere, la scuola di mimo per persone sorde col suo Teatro del silenzio di cui proprio in questi giorni ho ritrovato la storica locandina. Quindi ci sono stati i corsi di teatro per bambini in situazioni di disagio e nelle periferie, oltre a molti altri, e certamente queste esperienze che vivevo da bambina hanno contribuito a formarmi come persona portandomi a creare a mia volta progetti artistici dedicati a tematiche sociali e civili. Con mio marito Roberto Vandelli, oltretutto, le aspirazioni si sono incontrate e hanno dato frutto», sottolinea Isabella con commozione, molto provata avendo appena perso il compagno di vita per una fulminante malattia ad appena 57 anni. «Tra le tante cose che abbiamo condiviso c’è un forte impegno civile che portava a progetti teatrali o a progetti di impatto sociale. Lui oltretutto faceva anche parte della Nazionale Artisti Tv e stelle dello sport che organizza partite a scopo benefico devolvendo gli incassi a progetti di aiuto sociale».

Nel corso di Archivissimi oggi si illustrerà inoltre il programma del festival «Non c'è differenza» giunto all'ottava edizione e che si svolge dal 17 al 26 giugno con spettacoli e iniziative che hanno il proposito di non solo parlare di ciò che significa diversità nei vari aspetti della vita, ma di dare concretezza alla reale interazione fra le persone facendole convivere con dignità, rispetto reciproco e gioia di fare gruppo al di là degli schemi precostituiti.

 

 

Michela Pezzani

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