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Svolta nel salvataggio della Paluani: accolta la proposta dell'imprenditore Agnello. Ma l'azienda smentisce

La sede della Paluani di Dossobuono
La sede della Paluani di Dossobuono
La sede della Paluani di Dossobuono
La sede della Paluani di Dossobuono

Un colosso delle acque minerali salverà la Paluani dal fallimento? La notizia, diffusa da fonti del settore food&beverage e relativa alla proposta di aumento di capitale formulata dalla holding di proprietà dell’imprenditore Francesco Agnello e accolta dal Tribunale di Verona è stata prontamente smentita dall'azienda di Dossobuono che, sottolinea in una nota "non ha, allo stato, accettato alcuna offerta di aumento di capitale da parte di alcun investitore, né il Tribunale di Verona si è espresso in proposito. La Società, invero, nell’ambito della procedura concordataria avviata e sotto la vigilanza dei commissari giudiziali, ha positivamente concluso la campagna natalizia e la recente campagna pasquale e sta ora iniziando le attività di programmazione della prossima campagna per il Natale 2022".

Per raggiungere questo obiettivo, prosegue la nota, "la società sta valutando plurimi percorsi ristrutturativi, al fine di individuare la soluzione migliore nell’interesse dei creditori, dei lavoratori, dei fornitori e dei clienti della società, che, ancora recentemente, hanno dimostrato il loro apprezzamento per il prodotto Paluani come dimostra il positivo andamento delle due campagne appena concluse. L’esito di tali analisi verrà comunicato al Tribunale di Verona nell’ambito della procedura concordataria ed in conformità alle previsioni di legge, entro la prossima udienza del 10 giugno 2022". L'obiettivo è mettere al sicuro l’azienda, i suoi dipendenti (100 fissi oltre i 400 stagionali, oltre all’indotto) e uno storico marchio italiano.

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Risale all’ottobre dello scorso anno la richiesta da parte dell’azienda veronese di un concordato preventivo per evitare il fallimento a causa di un forte indebitamento con gli istituti bancari.  Nelle scorse settimane si era fatta avanti anche la cremonese Sperlari, storica azienda di caramelle e torroni fondata nel 1836 e oggi controllata dai tedeschi di Katjes International Gmbh, che sembrava interessata ad acquistare la maggioranza delle quote della Paluani. 

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