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La manovra europea per arginare l’inflazione

La Bce alza i tassi: per i mutui in media 50 euro in più al mese

di Alessandro Azzoni
Il calcolo è su un prestito totale di 120-150mila euro. E nel 2023 in tutto si spenderanno 2.000 euro annui in più rispetto al 2021
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Costo del denaro mai così alto dal 2009. Nella riunione di giovedì la Bce l'ha portato dall’1,25 al 2%, lasciando intendere però altri rialzi nei prossimi mesi nel tentativo di raffreddare il più possibile il caro vita. Una mossa, quella di Francoforte, largamente attesa dai mercati che finirà tuttavia per movimentare il mondo del credito bancario, in particolare mutui casa e finanziamenti.

Lievitano le rate dei mutui

L'effetto più tangibile della stretta monetaria è proprio sulle rate mensili dei mutui casa a tasso variabile. Dall’inizio di agosto ad oggi il tasso di riferimento più rilevante, l'Euribor a tre mesi, è salito dallo 0,1 all'attuale 1,65%. Ancora più corposo è il rialzo dell’Euribor annuale, salito negli ultimi tre mesi dallo 0,9 al 2,7%, e destinato a salire stabilmente al di sopra del 3% nel 2023.

Speculare l'aumento delle rate del mutuo casa; per un finanziamento compreso fra i 120 e i 150 mila euro, il rialzo di ogni singola rata per il solo effetto dell’ultimo aumento dello 0,75% deciso dalla Bce è quantificabile fra i 45 e i 52 euro al mese, somma alla quale vanno aggiunti almeno 140 euro di rincaro (sempre per singola rata) dalla fine del 2021 per effetto dei rialzi di tasso precedenti.

Le previsioni degli esperti: ulteriori rincari

«Un ulteriore aumento del tasso di sconto è da mettere in preventivo», commenta Marco Valli, responsabile globale della ricerca di UniCredit. «Tuttavia, la presidente della Bce Christine Lagarde è sembrata più cauta in relazione al peggioramento delle prospettive di crescita dell'Eurozona. È una visione sostanzialmente coerente con la nostra opinione secondo cui il tasso di deposito raggiungerà il picco del 2,25% a febbraio».

In Veneto il 92,5% dei mutui attivi oggi è per l'acquisto della prima casa. La durata media del contratto oscilla fra i 24 e i 25 anni (ma il 45% ha durata superiore ai 26 anni) con un importo medio di 113 mila euro. Volgendo lo sguardo al 2023, il future sull'Euribor a tre mesi dovrebbe portarsi entro l'anno poco al di sopra del 2,2%, fatto che comporterà un ulteriore rincaro della rata di almeno 25 euro. Insomma, nei primi mesi dell'anno prossimo le rate dei mutui a tasso variabile saranno più care di quasi 200 euro rispetto alla fine del 2021, con una ripercussione complessiva sul bilancio delle famiglie quantificabile in circa duemila euro all'anno.

Già oggi due milioni e mezzo di italiani con un mutuo a tasso variabile dichiarano diverse difficoltà nel rimborso delle rate, mentre il 10% di loro ha già saltato una o più rate. Non è detto però che il rincaro del corso del denaro avrà effetti speculari sull'Euribor, anche in relazione all'effettiva domanda di credito da parte di famiglie e imprese. Fra l'altro, secondo Assofin nel terzo trimestre dell'anno i finanziamenti erogati per acquisto della casa calati del 4% rispetto all'anno precedente pur essendo in aumento del 26% rispetto al 2019, l'anno precedente la pandemia.

Relativamente ai mutui a tasso fisso, dalle rilevazioni dell'Abi emerge che a settembre sul totale delle nuove erogazioni il 40% circa era a rata costante, quindi ad un tasso superiore di oltre l'1% rispetto a quello a rata variabile, che resta quindi più conveniente, pur nell’incognita delle scelte monetarie dell’Eurozona per il 2023. Non solo: dall'inizio dell'anno la percentuale dei mutui a tasso fisso è diminuita del 45,7%. Relativamente al credito al consumo fino a 50mila euro di finanziamento, il rincaro dell'Euribor sta avendo effetti anche sul cosiddetto prestito di liquidità per l'acquisto di arredamento e automobili. I tassi sono in questo caso sempre più vicini al 7%.

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