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Verona e la crisi di Governo, Boscaini: «Stabilità prioritaria». Riello: «Scelta irresponsabile»

L’intervento dei presidenti di Confindustria Verona e della Camera di Commercio
A sinistra Raffaele Boscaini (Confindustria) e a destra Giuseppe Riello (Camera di commercio)
A sinistra Raffaele Boscaini (Confindustria) e a destra Giuseppe Riello (Camera di commercio)
A sinistra Raffaele Boscaini (Confindustria) e a destra Giuseppe Riello (Camera di commercio)
A sinistra Raffaele Boscaini (Confindustria) e a destra Giuseppe Riello (Camera di commercio)

Una crisi che fa malissimo al Paese e una scelta irresponsabile del Movimento Cinque Stelle. In questo momento difficile l’Italia non può permettersi di perdere Mario Draghi. È questo il senso delle dichiarazioni a caldo delle categorie economiche e dei sindacati di fronte alle dimissioni del premier.

Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona, avverte: «Purtroppo sembra che ancora una volta vengano anteposti gli interessi dei partiti alle necessità del Paese, tra queste la prima in assoluto è la stabilità senza la quale non si potranno mai mettere in cantiere le riforme così necessarie. Per di più in una fase sufficientemente delicata per le note tematiche globali. Adesso possiamo solo sperare che da qui a mercoledì i partiti che hanno aperto la crisi ritrovino un senso di responsabilità e guardino all’interesse generale del Paese, alle imprese, ai lavoratori, ai giovani. A tutti i cittadini».

Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona: «In un momento così delicato per l’economia italiana e globale, in pieno conflitto bellico, trovo che sia da irresponsabili innescare una crisi di Governo. Abbiamo bisogno di certezza, fiducia, rispetto e competenze e solo Draghi in questa situazione ce le può garantire». Alla preoccupazione di Boscaini e Riello si aggiunge quella del presidente di Confartigianato Veneto, Moreno De Col: «La classe politica deve tener conto di questo delicatissimo momento: proprio ora bisogna dimostrare come l’interesse comune debba essere superiore alle incompatibilità di parte. Troppe le partite aperte che questa azione non aiuta a risolvere. Chiediamo alla classe politica coesione, coerenza, lungimiranza».

Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, attacca: «È una pura follia andare verso una crisi di governo nella situazione economica e geopolitica che stiamo vivendo in questo momento. Mi appello al buon senso dei parlamentari affinché trovino un accordo, in modo da portare a termine la legislatura. Sono fermamente contrario all’idea che cada il governo e si vada ad elezioni, perché il Paese si bloccherebbe per parecchi mesi quando invece abbiamo bisogno di provvedimenti urgenti dal punto di vista economico con il conflitto in Ucraina, lo spread che avanza, i rincari del gas e dell’energia e gli interessi dei mutui».

Compatto anche il fronte sindacale. Giampaolo Veghini, della Cisl, rincara la dose: «In un momento così complesso non serve al Paese una crisi di governo: ci sono tanti problemi aperti, tra gestione della pandemia, conseguenze delle sanzioni legate alla guerra, inflazione. Gli ultimi incontri di Draghi con le parti sociali sono stati importanti per gli impegni presi: si è discusso di temi fondamentali come gli aumenti salariali o la riforma previdenziale, cioè temi strategici e fondamentali per noi, che devono concretizzarsi prima della manovra di stabilità. È il momento della responsabilità. Da parte di tutti. Appare insensata una crisi di governo con un Paese in fibrillazione. Ed è assurdo innescarla su un provvedimento che stanzia miliardi di aiuti a lavoratori, pensionati, famiglie, imprese».

Francesca Tornieri, segretaria provinciale della Cgil: «Ci troviamo in un contesto già molto difficile nel quale la questione sociale è molto forte. Eravamo riusciti ad avere un incontro con Draghi col quale avevamo in programma un ulteriore confronto a fine mese su temi fondamentali quali salari, cuneo fiscale, previdenza. Ora la crisi rende la situazione ancora più critica e mette in discussione temi che hanno necessità di risposta immediata».

E Stefano Gottardi (Uil): «Se Draghi molla adesso è terribile. Proprio ora che con le parti sociali e datoriali si stavano cercando soluzioni per far fronte a un momento economico drammatico per le famiglie. Questa forzatura mette a rischio l’impianto che si stava disegnando: la preoccupazione è altissima. La crisi si sta ripercuotendo su tutti i settori, tra mancanza di personale specializzato, carenza di materie prime, costi energetici alle stelle. Con Draghi avevamo intrapreso una buona strada: era iniziato un dialogo che aveva la prospettiva di un risultato». E il segretario generale della Uil Veneto, Roberto Toigo, conclude: «I distinguo di alcune forze politiche sono irresponsabili, soprattutto perché proprio in questi giorni è ricominciato il dialogo tra Governo e parti sociali sulle questioni che interessano gli italiani. Auspichiamo che ci sia fra i politici un sussulto di dignità e serietà».•. 

Francesca Lorandi

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