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«Delitto che ha offeso tutta la società civile»

Il padre di Lucia, Giuseppe (a sinistra), con l'avvocato Giuseppe Galli
Il padre di Lucia, Giuseppe (a sinistra), con l'avvocato Giuseppe Galli
Il padre di Lucia, Giuseppe (a sinistra), con l'avvocato Giuseppe Galli
Il padre di Lucia, Giuseppe (a sinistra), con l'avvocato Giuseppe Galli

L'associazione «Isolina e...» si era dichiarata fin da subito, dopo il delitto di Lucia Bellucci, decisa a farsi parte civile nel processo contro Vittorio Ciccolini. Anzi, è stato proprio in occasione del delitto di Trento che «Isolina e...» ha cominciato la sua attività. E ieri la presidente Marisa Mazzi era in aula, a fianco della famiglia Bellucci.
«Il riconoscimento come parte civile per noi è estremamente importante. Quanto è stato deciso dal giudice ci pare sia fondamentale non solo per la vittima e per la sua famiglia, ma per l'intera società civile che vuole combattere il fenomeno della violenza alle donne in quanto lo ritiene, appunto, un male che ci riguarda tutti», spiega la Mazzi. «Fin da quando l'associazione è nata ha avuto questa finalità: fare della lotta alla violenza alle donne e al femminicidio una battaglia nel nome di una società più civile. E le parole che la famiglia Bellucci ha avuto oggi (ieri per chi legge, ndr.) nei nostri confronti ci testimoniano che anche il dolore più personale trova sostegno e appoggio nella condivisione. Se oggi non ci fosse stata questa sentenza, credo - come ha detto la mamma di Lucia - che le tante parole di condanna alla violenza alle donne sarebbero state svilite».
L'associazione «Isolina e...» ha deciso di farsi parte civile anche nel processo contro il commercialista Enrico Sganzerla, 42 anni, di Cerea che la notte del 12 aprile scorso ha accoltellato l'ex fidanzata Laura Roveri, 25 anni in una discoteca di Vicenza. Sganzerla, a soli cinque mesi dal fatto, ha ottenuto gli arresti domiciliari a casa dei genitori, e per questo la Roveri è più volte intervenuta, affiancata da Isolina, per esprimere la sua rabbia e la sua paura e per chiedere «una pena detentiva seria». A.G.

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