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Un libro racconta la storia di Ginetto D'Agostino e del Bacanal

Presentato il libro dedicato a Ginetto, «despota» del carnevale dal cuore buono

Un libro racconta la storia di Ginetto D'Agostino e del Bacanal
Ginetto D’Agostino all’apertura del Carnevale del 2015
Ginetto D’Agostino all’apertura del Carnevale del 2015
Lo scrittore Enrico Marchi parla di Ginetto (Ugolini)

Una serata magica per un personaggio incredibile ed indimenticabile: Luigi D’Agostino detto Ginetto.

L’ha organizzata in Valbusa, com’è chiamata la Domegliara carnevalesca, il locale comitato benefico Carnealon de Domeiara, presentando il libro «Ginetto. Il condottiero in papillon» (Ed. Del Miglio) dello scrittore veronese Enrico Marchi, già Papa del Gnoco.

Alla serata-evento, moderata dal Marchese del Montindon Marco Arcali nel locale centro parrocchiale, hanno partecipato lo scrittore, Zeno D’Agostino figlio di Ginetto, la presidente del coordinamento dei Carnevali della provincia di Verona Loretta Zaninelli ed i rappresentanti di una ventina di comitati carnevaleschi.

Un momento della serata (foto Ugolini)
Un momento della serata (foto Ugolini)

 

UN TIRANNO?

Il Marchese del Montindon, rivolgendosi ad Enrico Marchi, ha affermato: «Nessuno ha mai avuto il coraggio di scrivere su Ginetto e di questo te ne rendiamo merito ed omaggio».

Quindi l’autore. «L’hanno conosciuto come un despota, un tiranno» ha spiegato Marchi, riferendosi al deus ex machine del Bacanal del Gnoco per 55 anni «in realtà era un’altra persona che coniò quel “Vogliamoci Bene” che non significava metterci una pietra sopra ed andare avanti. In realtà quel detto rappresenta il cercare di stare uniti per costruire qualcosa insieme per il Carnevale ma anche per gli altri, i più sfortunati».

 

Luigi «Ginetto» D'Agostino con uno dei Papà del Gnoco
Luigi «Ginetto» D'Agostino con uno dei Papà del Gnoco

 

IL CUORE GRANDE DI GINETTO

La serata è stata animata da diversi aneddoti sulla figura di Ginetto, fanciullo come adulto. A Ginetto piaceva il circo: un giorno, quand’era bambino, ci andò ma il tendone era crollato per la neve abbondantemente caduta. Che fece? «Portò a casa sua, nel cuore di San Zeno, tutti i bambini del circo e gli diede mangiare» ha rammentato Marchi.

Un emozionato Zeno D’Agostino, figlio di Ginetto, ha raccontato: «Per mio padre la vita era fatta di tanta gente che aveva bisogno di una mano e lui cercava di aiutarle per quanto più possibile. Con mia sorella, quando eravamo piccoli, io vestito da piccolo Papa del Gnoco, ci portava nelle case di riposo e nei manicomi per fare sorridere gli ospiti secondo i valori carnevaleschi che ci ha insegnato».

Loretta Zaninelli ha ricordato Ginetto così: «Amava la lirica, in particolare Maria Callas. E con la lirica, l’eleganza. Diceva che l’eleganza è il primo vestito di una persona». La presidente dei Carnevali della provincia ha aggiunto: «Era il papà, l’amico ed il maestro di tante persone. Per me è stato un faro perché, nelle difficoltà, il condottiero in papillon si riconosceva quando riportava in porto la nave». Quel «Vogliamoci bene», secondo Loretta Zaninelli, si concretizzò quando, in provincia, comitati e carnevali stavano nascendo numerosi. «A quel punto intervenne Ginetto» ha svelato Loretta Zaninelli «ci disse che il Bacanal e la provincia non poteva fare ombra. Con una stretta di mano l’intesa fu coniata, la città e la provincia potevano e dovevano coesistere perché il treno era unico, il Carnevale Veronese».

 

Luigi, «Ginetto» D'Agostino
Luigi, «Ginetto» D'Agostino

 

LA BURLA TUNISINA

Carnevale faceva rima con allegria in qualunque periodo dell’anno. Superlativo era il tempo dei pesci d’aprile. San Zeno, anni ‘70. Ginetto e la goliardica compagnia di San Zeno prepararono un corteo di macchine, coprendo le targhe con pezzi di cartone scritti in arabo, dopo avere addobbato l’intera piazza. Avevano sparso la voce che sarebbero state regalate casse di vino tunisino. Tanto bastò ad elettrizzare l’aria.

«Durante i preparativi» ha raccontato il figlio Zeno «arrivarono i vigili, Ginetto gli spiegò che era la sera del pesce d’aprile, i vigili sorrisero e scortarono il corteo fino in piazza San Zeno, gremita di gente in attesa del misterioso vino. C’erano addirittura studenti tunisini arrivati da Padova incuriositi da questo, insolito fatto». Le macchine entrarono in piazza San Zeno, seguite da un furgone con un pesce d’aprile illuminato sulle fiancate. Scoppiarono risate a squarciagola ma anche musi lunghi per la delusione. «Tra questi» ha aggiunto Zeno «vi era un esperto di vini arrivato dal Piemonte. Si rivolse a mio padre dicendogli: «E’ stato lei a organizzare questa farsa?». «Certo» rispose il presidente del Bacanal. «Ma lo sa, lei, che sono arrivato dal Piemonte?». «Caro el mio, seto migha che in Tunisia i farà en secio de vin a l’ano???». Ginetto D’Agostino dixit.

Massimo Ugolini

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