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GLI AMICI
DI «MODÌ»

«Giovane dai capelli rossi», una delle opere più famose di ModiglianiAmedeo Modigliani fotografato da Paul Guillaume nel 1915
«Giovane dai capelli rossi», una delle opere più famose di ModiglianiAmedeo Modigliani fotografato da Paul Guillaume nel 1915
«Giovane dai capelli rossi», una delle opere più famose di ModiglianiAmedeo Modigliani fotografato da Paul Guillaume nel 1915
«Giovane dai capelli rossi», una delle opere più famose di ModiglianiAmedeo Modigliani fotografato da Paul Guillaume nel 1915

E’ aperta fino al 19 luglio a Palazzo Ducale di Genova la mostra «Modigliani», a cura di Rudy Chiappini, Dominique Vièville e Stefano Zuffi: sessanta fra disegni e dipinti, ben documentati nel catalogo di Skira che raccoglie, oltre ai saggi dei curatori, un ricco e completo apparato critico-biografico. Un mostra, differente dalle tante che a partire dagli anni ’80 del secolo scorso hanno permesso di conoscere questo grande artista.

Differente perché presenta un profilo noto biograficamente, ma meno osservato pittoricamente: le amicizie e i volti delle amicizie di «Modì». Tre in particolare: il pittore Moïse Kisling (con il quale condivise per anni lo studio, ma anche alcuni quadri dipinti a quattro mani: «L’atelier di Moïse Kisiling», «Natura morta con ritratto di Kisling»), il suo mercante Léopold Zborowski (che gli fu vicino fino agli ultimi istanti di vita) e la moglie di lui, la severa Hanka. E poi gli amici pittori come Soutine e le compagne, Beatrice Hastings (con cui convisse per due anni) e la giovanissima Jeanne Hébuterne che gli dette una figlia (Jeanne, nata nel 1918 e morta nel 1984) che, dopo la morte dell’amato artista, si suicidò, e Kiki la modella di tutti i pittori.

Questa mostra fa comprendere meglio l’ambiente sociale, quasi famigliare, in cui Modigliani visse ed è motivo per una riflessione più grande su un periodo parigino che fu unico e irripetibile. Sono due i quartieri parigini che fra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo i giovani artisti squattrinati frequentavano e vi cercavano casa e studio: il XVIII che culmina con Le Sacre Coeur, la place du Tertre e le Bateau Lavoir: cioè Montmartre e siamo nella Rive Droite. E il XIV, nella Rive Gauche: Montparnasse con La Ruche: come le Bateau Lavoir grandi costruzioni che ospitavano decine e decine di piccoli studi dove gli artisti vivevano e lavoravano.

Sul finire della Belle Epoque, che a Parigi vide il nascere e il confondersi di tutte le premesse dell'arte del XX secolo, Modigliani, Picasso, Braque, Matisse, Utrillo, Soutine, de Chirico, Brancusi, Van Dongen, Vlaminck (e, a livelli diversi, ma affatto da sottovalutare, Soffici, Severini, Gino Rossi e Semeghini) fondano la futura storia dell'arte europea e mondiale.

La retrospettiva parigina del 1907 dedicata a Cézanne matura per questi artisti il frutto più sostanzioso e ricco dell'insegnamento del maestro che era scomparso un anno prima: il definitivo superamento dell'Impressionismo nel recupero splendido e splendente delle forme e dei volumi. Un insegnamento che si integra con la lezione di un altro artista che era da poco morto, Paul Gauguin e le novità delle «Secessioni».

Periodo felice e fortunato, che non si ripeterà più e che fu dato a vivere solo a quei pochi che ne avvertirono la presenza e la felicità. Fra questi pochi, Amedeo Modigliani.

Nato a Livorno il 12 luglio 1884, Amedeo Clemente Modigliani ebbe un'infanzia ed una adolescenza travagliate da salute precaria, che non gli permise di frequentare studi regolari. Vaste, ma disordinate, letture formano la preparazione di Modigliani prima che giunga all'accademia di Venezia nel 1903, e qui gli si apra, per la prima volta in maniera soddisfacente, la cultura internazionale. Venezia era infatti l'unica città italiana internazionale, aperta alle novità mitteleuropee di Vienna, Monaco e Berlino, e a quelle parigine.

Mauroner, l'amico artista veneziano, fu colui che indirizzò il giovane livornese sulla strada di Parigi, dove Modigliani approda nel 1906, trovando studio vicino al Bateau Lavoir in cui lavorano Picasso ed amici. A Parigi, per 14 anni, vive in maniera intensa e disordinata l'esperienza di artista: amico e frequentatore di tanti giovani deracinés; uno di loro, ma aristocraticamente presente.

Fra i ricordi del suo grande, e per tanto tempo unico compratore e mecenate, il dottor Paul Alexander, c'è l'arrivo di Modigliani al villino «Delta», che il medico aveva messo a disposizione dei giovani artisti: Modigliani vi giunge con una donna elegantissima, Maud Abrantès, seguito da un'automobile che trasporta i suoi disegni, e i pochi stracci che possedeva.

Se c'è, infatti, una caratteristica sempre evidente nell'arte di Modigliani - nei disegni il sigillo che li distingue da tutti e a Genova splendono le sue Cariatidi e le linee limpide dei Nudi - è il taglio aristocratico, la linea limpida, decisa ma non forte o rozza, come può sembrare la linea del cloisonnisme degli amici di Pont-Aven, che contornano ed individuano forme che superano l'elemento della caratterizzazione astratta della realtà, e la fissazione tipica e contingente del modello.

Nascono così immagini di suprema eleganza fuori del tempo (Cariatide à genoux, Nudo seduto, Cariatide su fondo rosso, Ritratto di Céline, Nudo accovacciato, e i tanti ritratti «dal collo lungo») immagini che hanno radici, se pur vaghe e lontane, nella linea fidiaca, o in quella botticelliana o nella delicatezza esangue e pur vivissima dei profili di un Pisanello.

Vivono in esse l'inquietudine misteriosa di una Gorgone etrusca e la distinzione di un'immagine che ha superato tutte le definizioni, identificandosi unicamente e compiutamente in se stessa, nuova ed ineluttabile realtà: da tutti subito e per sempre riconoscibile.

Questo è il frutto del percorso compiuto da Modigliani a Parigi dalla prima mostra del 1908 al Salon des IndIpendents, alla coabitazione con Soutine a Montparnasse nel 1909, al Salon d'Automne del 1912, alle esposizioni più o meno felici alla Galerie Berthe Weil - fino alla morte, avvenuta nella notte fra il 23 e il 24 gennaio 1920 - producendo un corpus artistico non grande, che riveste un'importanza singolare nella storia dell'arte mondiale: 335 dipinti, 26 sculture e 693 disegni, compresi gli acquerelli. La bella mostra a Palazzo Ducale di Genova vi fa venire la voglia di andare oltre per vedere il maggior numero possibile di opere di Modigliani.

Francesco Butturini

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