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Il centenario

Walter Chiari, tra talento e grandi amori: «Esagerato e matto come i veronesi». E come il suo «sarchiapone»

Il geniale attore nacque il 2 marzo del 1924 a Verona
Walter Chiari al teatro Ristori
Walter Chiari al teatro Ristori
Walter Chiari al teatro Ristori
Walter Chiari al teatro Ristori

Cent’anni fa, il 2 marzo del 1924, ma altre biografie riportano l’8 marzo, nasceva a Verona uno degli attori più amati dal grande pubblico italiano, Walter Chiari. Comico, cabarettista, interprete di riviste teatrali, attore sia di teatro che di cinema, protagonista della commedia italiana, divenne famoso soprattutto grazie alla televisione, partecipando alle trasmissioni più viste degli anni Sessanta. Morì il 20 dicembre 1991.

L’enciclopedia del cinema della Treccani lo definisce «Uno dei più grandi talenti del cinema e del teatro leggero italiano». Allegro, estroso, capace di interagire con il pubblico, spigliato, generoso, prontissimo alla battuta sempre originale e accattivante, oltre al fatto di esser un bell’uomo: questi gli ingredienti del suo successo. Della prima tv italiana in bianco e nero, un assoluto protagonista, proponendo un tipo di intrattenimento basato sulla trasformazione in chiave comica di aspetti quotidiani della nostra società, rappresentando i comportamenti dell’italiano medio. giocando sull’amarezza e interpretando, nel periodo del boom, personaggi perdenti.


Dove nacque Walter Chiari

Il suo vero cognome era Annichiarico. Nacque a Verona in via Quattro Spade al 18, da una famiglia di origini pugliesi. Figlio di Carmelo, sottufficiale di pubblica sicurezza, e della maestra Enza Tedesco, passò l’infanzia nella nostra città frequentando le scuole elementari Rubele, la Gil, Gioventù italiana del Littorio e il collegio dei corrigendi di San Zeno, dove venne iniziato alla boxe.

Quando ebbe otto anni, andò con la famiglia a Milano, ma rimase molto legato ad alcuni amici veronesi, fra cui i fratelli Franco e Giorgio Gioco, del ristorante dei XII Apostoli, e Gabriele Fornaciari, che divenne un famoso uomo politico cittadino. Era solito definirsi «solare ed espansivo come i pugliesi, matto ed esagerato come i veronesi, entusiasta e generoso come i milanesi». Dunque, si compiaceva del detto «Veronesi tutti matti». A Milano, Walter Chiari, dopo aver fatto mille mestieri, iniziò a lavorare come attore con il Carro di Tespi.

Walter Chiari
Walter Chiari


Gli inizi e gli amori di Walter Chiari  

Finita la guerra, partecipò a «L’ora del dilettante» esibendosi in curiose imitazioni di Hitler. Di questi primi periodi, anche un altro suo cavallo di battaglia: la scenetta del balbuziente che chiede una granita al bar. Entrò poi a far parte della compagnia della soubrette più famosa di quel tempo Marisa Maresca. Con lei allestì «Il Sogno di un Walter», lo spettacolo che segnò l’inizio della sua fortunata carriera teatrale. Con la soubrette ebbe una tumultuosa storia d’amore, la prima delle tante che lo faranno diventare anche un protagonista della mondanità del tempo e dei settimanali di gossip.

La più famosa con Ava Gardner, ma ebbe flirt anche con la principessa Maria Gabriella di Savoia, Anita Ekberg, Anna Magnani, Lucia Bosé e Mina. Si sposò solo con Alida Chelli. Il suo genere teatrale era la rivista, spettacolo divertente a mezza via fra la semplicità dell’avanspettacolo italiano e la ricercatezza della commedia musicale americana. È stato un suo merito averla nobilitata. Più controverso il giudizio come attore cinematografico. Nel 1946, debuttò nel cinema in «Vanità», un melodramma di successo e in «Bellissima» di Luchino Visconti con Anna Magnani, dove interpretò magistralmente la parte del bellimbusto imbroglione. Tantissimi i film che lo videro protagonista ma non sempre ebbe il favore della critica, sebbene qualche titolo ebbe molto successo di pubblico.

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Con le stelle del cinema

Sulla soglia dei 40 anni, due importanti film per la regia di Damiano Damiani e Dino Risi, dove mostrò di avere molto talento anche come attore in ruoli «seri», ma gli altri registi non lo valorizzarono. Complice il centenario, meriterebbe che la Rai mandasse in onda alcune di queste pellicole.

L’apice della popolarità per Chiari fu la partecipazione a Studio Uno, il varietà televisivo del sabato sera per la regia di Antonello Falqui. Fu mattatore anche di Canzonissima nel 1968 con Mina e Paolo Panelli, uno dei maggiori successi della Rai. In queste trasmissioni, i suoi monologhi e le sue barzellette conquistarono gli spettatori di ogni età.

 

 

Divenne molto noto per il suo «Sarchiapone» una scenetta tratta dalla rivista «Oh quante belle figlie, Madama Dorè» di Italo Terzoli nel 1955-56 che per tutti gli anni Sessanta, divenne il suo «tormentone».

Oggi Walter Chiari è presente con tanti video di barzellette e sketch su You tube: basta un clic ed i giovani potrebbero conoscere la sua comicità elegante, che mai scadeva nella volgarità. Fa ancora ridere e potrebbe insegnare molto.
 

Emma Cerpelloni

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