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Riscattarsi dal papà. Quella tragedia dietro Walter Chiari

IL CASO. La polemica del biografo contro lo sceneggiato di Rai1. Tatti Sanguineti: «Il genitore violento, un poliziotto torturatore spinse l'attore a ricercare figure di padri nobili, di mentori»
Alessio Boni interpreta Walter Chiari nello sceneggiato tv andato in onda su Rai1
Alessio Boni interpreta Walter Chiari nello sceneggiato tv andato in onda su Rai1
Alessio Boni interpreta Walter Chiari nello sceneggiato tv andato in onda su Rai1
Alessio Boni interpreta Walter Chiari nello sceneggiato tv andato in onda su Rai1

Il critico cinematografico Tatti Sanguineti ha stroncato lo sceneggiato di Rai1 su Walter Chiari «da amico che lo amava e ne onora la memoria». Ma se il biografo di Walter Chiari non sfugge la polemica con gli autori della miniserie («una farsa che snatura il personaggio», nel suo giudizio), rifiuta invece l'accusa di Simone Annichiarico: il figlio di Walter Chiari e Alida Chelli, conduttore televisivo, dice che «la memoria di papà è stata infangata» per quanto ha detto Sanguineti del nonno, definendolo «poliziotto torturatore». Replica Sanguineti: «A Simone dico solo che la verità sfanga sempre, e non infanga. Il padre di Walter Chiari era un brigadiere di pubblica sicurezza che picchiava gli arrestati con il nerbo di bue. Se ho voluto ricordarlo», continua Sanguineti, «è perché questo tragico passato è fondamentale per capire la personalità di Walter. La vergogna per le azioni del padre è stata la molla dell'aspirazione costante di Walter a elevarsi. Questo suo passato lo spingeva a cercare da una parte figure paterne — ad appoggiarsi a “padri nobili” nell'arte, come Giordano Rota, impresario del teatro Nazionale — e dall'altra a temere la paternità. Per poi alla fine diventare un papà tenerissimo con Simone, il tipico papà che ti porterebbe sempre al luna park. Come spesso accade ai comici, anche Walter Chiari ha un retroterra tragico. Saperlo, ci fa capire di più — e amare, per quanto mi riguarda — la figura di Walter Chiari». A scrivere dell'agente di Ps Carmelo Annichiarico, il papà di Walter Chiari, e della sua fama alla questura di Verona, fu Berto Perotti (1911-2005) sull'Arena del 3 marzo 1984. Perotti, antifascista superstite dei lager, vide, studente in Germania, la «notte dei cristalli», l'assalto ai negozi degli ebrei. La sua testimonianza contro Michael Seifert, che l'aveva seviziato a Bolzano, contribuì poi nel 2002 a far condannare all'ergastolo l'aguzzino nazista, scoperto in Canada dove era fuggito sotto falso nome. Nel suo articolo sull'Arena, Perotti citò la testimonianza di Maria Sabaini, una tra le decine di arrestati dalla polizia a Verona nelle prime retate di antifascisti: «Subii un interrogatorio. C'era il commissario Palazzi e Annichiarico, detto il seviziatore; aveva fra le mani un nerbo di bue, camminava su e giù per la stanza, dando dei colpi con forza sul tavolo a ogni mia risposta. Erano tutti e due ubriachi. Annichiarico disse: “Non so perché, ma quando mi trovo dinanzi a una giovane donna che piange mi sento male"». Perotti aveva raccolto anche il diario di Virgilio Sabaini, un altro dei comunisti arrestati nella retata: «Annichiarico mi picchiava con il nervo di bue», vi si legge, «otto giorni di torture...» Con questi trattamenti, dice Sanguinetti, ci sarebbero scappati i morti: i fratelli Fausto e Sergio Panzieri. «Fu anche per questo che nel 1933», continua Sanguineti, «Annichiarico fu trasferito dal ministero degli Interni da Verona a Milano. Il delitto rimase impunito, ma sconvolse la vita della famiglia e del brigadiere, timoroso di vendette. Walter aspirò sempre a riscattarsi. Non si può capire nulla di lui se non si parte dalle botte prese da suo padre con il cinturone della divisa. Per questo voleva portare tutti i giorni suo figlio a Disneyland». Sanguineti sta scrivendo una biografia che si annuncia monumentale. Su Walter Chiari ha raccolto tanto materiale «che scriverò più di 300 pagine», confessa. Tra le sue fonti «un'amica di infanzia di Walter, la figlia di Giordano Noto, ex pugile e proprietario del Cinema Teatro Nazionale di Milano, che lo prese sotto la sua protezione, Pietro Barzisa e Lele Capuozzo di Verona, amico d'infanzia di Walter Chiari. Le informazioni sul padre di Walter Chiari sono confermate da Mimmo Franzinelli, eminente storico del fascismo».G.A.

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