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ARTE

RILUCE MINGUZZI

Pulizia (esagerata) del portale bronzeo a San Fermo che all'interno espone i bozzetti del maestro per questa grande realizzazione e altre sue sculture
Luciano Minguzzi, la porta bronzea di San Fermo (24 formelle)
Luciano Minguzzi, la porta bronzea di San Fermo (24 formelle)
Luciano Minguzzi, la porta bronzea di San Fermo (24 formelle)
Luciano Minguzzi, la porta bronzea di San Fermo (24 formelle)

Un lustrato portale (troppo: la patina acquistata dal 1997 riduceva il contrasto con la facciata) segnala a San Fermo la mostra dedicata a Luciano Minguzzi (Bologna, 1911 - Milano, 2004). Nella chiesa superiore, dietro al suo citato portale con le 24 formelle delle storie dei santi Ferno e Rustico, altre sculture e disegni esposti a cura della Galleria Giorgio Ghelfi, in mostra fino al 29 marzo: sedici bronzi e otto disegni preparatori, che permetteranno un confronto diretto con i rilievi della porta. «Minguzzi fu vicino al suo primo e grande maestro, Arturo Martini, e al pressoché coetaneo Pericle Fazzini», dice Francesco Butturini. «Mi disse Minguzzi: “Qualche volta, forse tante volte, le cose più belle mi sembra quasi siano venute fuori per generazione spontanea. Mi accorgo della loro completezza dopo che sono finite, anche tanto dopo”».
Il portale di San Fermo (Minguzzi aveva già realizzato anche la Quinta Porta al Duomo di Milano nel 1965 e la Porta del Bene e del Male a Roma inaugurata nel 1977 a San Pietro per il compleanno del pontefice Paolo VI) ebbe una controversa realizzazione. Molti pareri autorevoli, tra cui quello del soprintendente ai monumenti Ruggero Boschi, erano contrari a sostituire l'antico e bel portone ligneo con un'opera d'arte contemporanea. Minguzzi però voleva assolutamente lasciare una grande opera a Verona, città che amava da quando vi era stato durante il servizio militare. Il portale fu completato nel 1988 ma rimase in Vescovado, dove quell'anno fu benedetto da Giovanni Paolo II in visita a Verona) e messo in opera infine nel 1997.
Nella mostra a San Fermo, sono esposti i grandi bronzi Figura sul divano e Due figure e i bronzi più piccoli Acrobata cinese del 1937, Uomo con gallo del 1951, Civetta in gabbia del 1952.
Figlio d'arte (il padre Armando era scultore) Minguzzi si diplomò nella sua Bologna all'Accademia di belle arti, avendo come maestri Giorgio Morandi per incisione ed Ercole Drei per scultura. Insegnò all'Accademia di Brera a Milano dal 1951 per vent'anni. Debuttò alla Biennale veneziana nel 1934 (sarà presente undici volte a Venezia, con una sala personale nel 1942 e nel 1960, e il Gran Premio della Scultura nella Biennale del 1948). Dopo la guerra, che lo vide nella Resistenza, a partire dal 1949 fu presente in tutte le più importanti rassegne e nei più prestigiosi musei del mondo: da Ginevra a Rotterdam, al Museum of Modern Art di New York nel 1955; nel 1957 vince il Premio Morgan di Londra per la scultura; nel 1959 è a Documenta di Kassel, quindi al Museum of Modern Art di Baltimora e poi ancora nei musei di Amsterdam, Montreal, Città del Messico, alla Galleria Viviano di New York, alla Kunsthalle di Mannheim e di Darrmstadt. Il 24 maggio 1996 inaugura il suo museo, a Milano in via Palermo. L'ultima grande antologica, lui vivente, si tiene dal 6 giugno al 26 settembre 1999 nella Basilica Palladiana di Vicenza.

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