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Compianto, il tesoro trecentesco di Caprino

di Barbara Bertasi
La copertina del volumetto edito per iniziativa della Pro loco di CaprinoIl gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Caprino
La copertina del volumetto edito per iniziativa della Pro loco di CaprinoIl gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Caprino
La copertina del volumetto edito per iniziativa della Pro loco di CaprinoIl gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Caprino
La copertina del volumetto edito per iniziativa della Pro loco di CaprinoIl gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Caprino

Omaggio a un’opera «estrema. Che fa male, tormenta, scuote e interroga»: così Claudio Facchinetti definisce il Compianto sul Cristo morto di Caprino, lo splendido gruppo scultoreo trecentesco che è al centro del suo libro, accompagnato dalle fotografie di Rinaldo Veronesi e la cui pubblicazione è stata patrocinata dalla Pro loco di Caprino. Finito di stampare a settembre 2022, è disponibile all’edicola Patty-Cry di Caprino.

«Il ricavato», spiega Facchinetti, «andrà all’Associazione malato oncologico Baldo Garda onlus di Bardolino che opera gratuitamente per migliorare la vita di tante persone malate di tumore e delle loro famiglie, attività che non può essere ripagata ma sostenuta. È lo scopo della nostra iniziativa che si spera vada a buon fine, grazie alla solidarietà di molti». Pensato e voluto dal Gruppo culturale della Pro Loco «per cercare di rispondere alle domande e alle curiosità che il Compianto suscita nei tanti visitatori che vengono a vederlo al nostro Museo, l’opuscolo non ha coinvolto studiosi ma lo abbiamo fatto “in casa“, in omaggio al potente gruppo scultoreo trecentesco che siamo fieri di avere nel nostro comune».

Il libro, in carta patinata, 60 pagine e 30 foto, è diviso in tre sezioni, nelle quali si analizza la storia del «Compianto del Maestro di Santa Anastasia», partendo dalla definizione dell’opera, ovvero «soggetto dell’arte sacra cristiana, in cui è rappresentato Gesù dopo la deposizione della croce, circondato da vari personaggi che ne piangono la morte». Il Compianto è arricchito da una serie di personaggi che completano la scena: Maria di Nazareth, Giovanni, Giuseppe da Arimatea, Nicodemo, Maria di Magdala, Maria di Cleofa, Maria di Salome. Facchinetti riflette poi sulla genesi di questa scultura ricordando che «gli storici tendono a far(ne) risalire l’ideazione agli ordini mendicanti, in modo particolare al francescanesimo», anche un filone di studiosi sostiene che «i Compianti possono essere nati sull’esempio dei gruppi scultorei nordici cosiddetti Vesperbild». Nel libro si prendono in considerazione anche altre raffigurazioni sacre, come le Natività e la Passione, fino ad arrivare al cosiddetto «tramonto dei Compianti» quando, dopo il Concilio di Trento, del 1563, essi vennero ritenuti oggetto di devozione popolare ma «concettualmente superati». Una transizione che si completò solo nel corso del Settecento, quando l’istituzione della Via Crucis mise fine alla tradizione dei Compianti.

La seconda parte del volume pone invece una serie di interrogativi sul Compianto del Maestro di Santa Anastasia. In primo luogo, ricorda Facchinetti, «nulla si conosce della provenienza» dell’artista che lo realizzò, «un Maestro senza nome». Così questo grande scultore «è rimasto sconosciuto nascosto sotto il nome di Maestro di Santa Anastasia”. Seguono i capitoli dedicati alla composizione iconografica e ai protagonisti, all’approfondimento sul Compianto come «rappresentazione psicologica». Di certo di tratta di «una delle composizioni iconografiche più teatrali, ma anche più devote del repertorio cristiano. Forse il soggetto nel quale gli artisti hanno cercato di più di far emergere i sentimenti e l’empatia del dolore».

Infine, gli interventi di restauro, prima quelli tra il 1981 e il 1987 a Verona, e poi tra il 2012 e il 2020 all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il laboratorio specializzato più importante a livello internazionale per il recupero delle opere d’arte, che ha restituito al Compianto il suo connotato di capolavoro assoluto del suo genere: «Un’opera umana vera». Il ricco corredo fotografico di Rinaldo Veronesi aiuta a mettere a fuoco il significato profondo di quest’opera medievale con una scelta di scatti, inquadrature, tagli di luce, particolari, offrendo uno sguardo inedito sul Compianto, con l’obiettivo di favorire la «riscoperta e la valorizzazione di questo incredibile gruppo scultoreo».•.

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