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IL CASO

San Zeno si ribella contro il villaggio del Carnevale: «Eccessi, degrado e rumore insopportabile»

La protesta a San Zeno e i rappresentanti di residenti ed esercenti che l’hanno promossa
La protesta a San Zeno e i rappresentanti di residenti ed esercenti che l’hanno promossa
Rumore e traffico per il villaggio del Carnevale

I sanzenati si ribellano agli eccessi per i festeggiamenti del Bacanal. E non è uno scherzo di Carnevale. «Basta!». «Non ne possiamo più». E ancora, «Basta!». È questo, infatti, il tenore degli striscioni che in questi giorni sono spuntati in una ventina di balconi del rione in cui si sta festeggiando, dal 22 ottobre e fino a domenica, il Carnevale fuori stagione dove, oltre alla sfilata dei carri di sabato scorso, protagonisti sono gli stand gastronomici di lesso con pearà e tortellini, un palco e tanta musica. Il dito di un gruppo di residenti e commercianti di San Zeno è puntato contro l’eccessivo baccano prodotto, il parcheggio selvaggio che nelle giornate clou ha stipato i vicini bastioni di auto, il poco decoro di stand e banconi, il degrado causato dai numerosi avventori incivili. Il punto di vista del gruppo di sanzenati, doc e d’adozione, che contesta l’attuale gestione dell’evento è chiaro.

 

Nessuno intende opporsi ai festeggiamenti per il Carnevale, al Venerdì gnocolar, anche a più giorni di iniziative ed eventi. Ma a patto che siano inquadrati in una cornice decorosa e dignitosa, come questa piazza – con un vincolo monumentale ancora più stringente rispetto a piazza Erbe – merita. «Con una pianificazione dell’aspetto logistico e la limitazione dei decibel, così come previsto dalle norme ma non rispettata», denuncia Paola Andreoli, residente di piazza San Zeno.

 

«La musica rimbomba, anche solo pensare è difficile in casa. Per non parlare delle risse e dei battibecchi tra gli avventori serali, da una certa ora in poi. Una volta, rincasando, ho visto che l’acqua sporca di un pentolone per cucinare veniva gettata a terra, nelle caditoie, ungendo ovunque. Com’è possibile? È una situazione inaccettabile, soprattutto davanti alla Basilica e in una piazza di solito ordinata, che accoglie bimbi e famiglie», testimonia Boban, le cui finestre sono a pochi metri dal campanile. «San Zeno e rioni limitrofi, da San Bernardino dove abito agli Orti di Spagna, non può rimanere scacco di una baraccopoli del genere per 20 giorni. La musica rimbomba a isolati di distanza», riflette Grazia Bombana.

 

Le critiche piovono anche dagli stessi esercenti che si dicono danneggiati nel proprio lavoro. «Molti clienti hanno disdetto la prenotazione perché impossibilitati a trovare un parcheggio. Il plateatico è pressoché inutilizzabile a causa delle molte persone che si fermano nell’erba a bere in bicchieri di plastica che abbandonano a terra, il muro del locale ridotto a un orinatoio che al mattino devo pulire io», racconta Dario Seminaria de Il Localino di piazza Pozza. Stesso parere di Simone de La Basilica in piazza San Zeno: «La confusione è totale. Anche a porte chiuse, nel mio ristorante è impossibile parlare a causa della musica troppo forte». A documentare l’inquinamento acustico è anche una perizia fonometrica eseguita la scorsa edizione, nei giorni del Carnevale 2020.

 

«È di chiara evidenza che la rumorosità generata dall’attività musicale svolta tra il 21 e il 23 febbraio costituisca fonte di inquinamento acustico in quanto non rispetta sia le previsioni comunali impartite in fase di autorizzazione in deroga, sia i limiti della Zonizzazione Acustica», si legge nelle conclusioni della perizia che parlano di «disturbo da rumore». A seguito di ciò, nel giugno del 2020, è stato presentato un esposto in Comune con la richiesta di un’adeguata valutazione circa le manifestazioni da effettuarsi a San Zeno. «Nessuna risposta. Questi 20 giorni si stanno rivelando un altro inferno: fra tre mesi sarà di nuovo Carnevale ma non vogliamo che questa situazione si ripeta», auspicano.

Ilaria Noro

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