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Legambiente contro la Regione
«Non gestisce il problema lupi»

Rilievi su pecore uccise dai lupi a San Bortolo a Selva di Progno
Rilievi su pecore uccise dai lupi a San Bortolo a Selva di Progno
Rilievi su pecore uccise dai lupi a San Bortolo a Selva di Progno
Rilievi su pecore uccise dai lupi a San Bortolo a Selva di Progno

«Sulla questione lupo la Regione Veneto fa un passo avanti e due indietro e al di là delle rassicurazioni non riesce a gestire il problema». La denuncia arriva da Legambiente, tramite Angelo Mancone che dell’associazione del Cigno è responsabile regionale per le aree protette.

«Due anni fa in Lessinia la piattaforma comune fra allevatori, Legambiente e cacciatori chiedeva come primo punto indennizzi adeguati e tempestivi per affrontare la questione lupo con qualche garanzia per gli allevatori. Sono seguite richieste, incontri, iniziative per evitare i ritardi che fino ad allora avevano caratterizzato la cosa. Oggi ci troviamo ancora di fronte a inadempienze ingiustificabili», aggiunge.

Per Mancone «diversi allevatori, vittime di predazioni, lamentano di non aver ricevuto ancora gli indennizzi del 2016. Ancora più grave il caso di chi aspetta i soldi del 2015. In varie occasioni pubbliche l’assessore regionale Pan aveva rassicurato sull’accorciamento delle procedure». Aveva anche anticipato che per accelerare le procedure di rimborso e i conteggi, i pagamenti sarebbero stati fatti dal 2017 semestralmente. «Doveva essere il primo passo verso un rapporto di maggior fiducia tra istituzioni e attori economici, ma dobbiamo ammettere che la diffidenza che gli allevatori ancora oggi manifestano ha un reale fondamento», osserva l’esponente ambientalista.

«Dobbiamo considerare inevitabile questa sfiducia che alimenta i rancori verso la politica con il conseguente successo di posizioni estreme, inefficaci e reboanti proclami di politici locali privi di idee?», si chiede Mancone, sottolineando che «Legambiente ha sempre chiesto che la discussione fra le parti precedesse le scelte e questo avvenisse nella massima trasparenza. Purché si abbandonassero da una parte gli slogan inapplicabili come quello di ammazzare o portar via i lupi e dall’altra ci fosse il rispetto degli impegni assunti».

Mancone si rivolge direttamente all’assessore all’agricoltura, caccia e pesca, Giuseppe Pan: «Le manifestazioni di buona volontà rischiano di apparire “chiacchiere da politico” se gli uffici della Regione (e ci piacerebbe sapere quali) disapplicano le indicazioni della direzione politica. Si tratterebbe di capire poi se sono gli uffici dei diversi assessorati che non si parlano, oppure se le scelte politiche sono ambigue: da una parte si proclama la gestione del lupo, dall’altra se ne ostacola la buona riuscita».

Il risultato comunque, secondo Legambiente, è che «appare chiara l’inefficienza della macchina regionale. Cosa accadrà quando il radicamento dei lupi sarà esteso in tutto il Veneto? Se a quel punto il bracconaggio sarà l’arma di contenimento dei lupi, sapremo chi abbia armato i fucili e le trappole. Stesso discorso vale per le recinzioni, che come strumento preventivo vengono montate al rallentatore».

Conclude con ironia amara il responsabile delle aree protette di Legambiente Veneto: «Tempi troppo lunghi delle istituzioni a fronte dell’efficienza dei lupi. Chiediamo ai lupi di rallentare i loro ritmi biologici o forse è meglio ottenere che i “burosauri” si diano una mossa?».V.Z.

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