<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Multe e solleciti

Richiedenti asilo
Giro di vite Ulss
negli alloggi

Un alloggio gestito dalla Caritas messo a disposizione da una parrocchia
Un alloggio gestito dalla Caritas messo a disposizione da una parrocchia
Un alloggio gestito dalla Caritas messo a disposizione da una parrocchia
Un alloggio gestito dalla Caritas messo a disposizione da una parrocchia

 

Al setaccio. Metro quadrato per metro quadrato. Controlli su servizi igienici, caldaie, camere da letto, cucine, impianti elettrici e del gas, sulla presenza o meno di estintori. E, laddove le cose non sono state ritenute a posto, in alcuni casi sono arrivati solleciti a provvedere mettendo impianti e locali a norma. In altri, però, sono scattate multe immediate. Arrivate come tegole in testa, all’improvviso.

È stato un vero e proprio giro di vite quello messo in atto nelle ultime settimane dal Dipartimento di prevenzione e igiene pubblica dell’Ulss di Verona e da quelle della provincia, negli appartamenti messi a disposizione della Caritas diocesana da parrocchie per ospitare profughi, raccogliendo l’appello di papa Francesco.

 

CONTROLLI A TAPPETO. È stata un’operazione-lampo, senza precedenti per intensità e modalità, che ha riguardato in particolare alloggi, rispetto a centri con un numero rilevanti di profughi. I tecnici del Dipartimento di prevenzione delle tre Ulss veronesi - dal primo gennaio riunite nell’unica Ulss 9 Scaligera - hanno dunque svolto sopralluoghi in palazzine indipendenti o in case adiacenti a canoniche, sia della città che della provincia.

Verifiche capillari svolte in appartamenti privati. Però, in questo caso, assimilati a centri di accoglienza di maggiori dimensioni come quelli in alberghi, ostelli o in tenute come Costagrande, nelle colline sopra Avesa, dove ci sono quattrocento persone. O ex palazzine di militari. Mettendo però un po’ in ambasce quanti hanno messo a disposizione piccole residenze, ma sino a pochi giorni fa non avevano ricevuto particolari indicazioni su certi adattamenti da apportare ai locali, in vista dell’accoglienza dei richiedenti asilo.

 

LE RAGIONI. Quelli visionati sono alloggi con anche soltanto tre o quattro persone ospitate. Ma perché sono scattati questi controlli così improvvisi, concentrati nelle ultime settimane? E culminati addirittura, in alcuni casi, con sanzioni dirette, senza un invito preventivo a mettersi a posto? E c’è un motivo particolare per questa operazione in un periodo in cui il caso profughi - con rivolte dei centri di accoglienza, come quello di questi giorni all’Ostello della Gioventù, a Veronetta, seguito a quello di Cona, nel Veneziano - sta alzando l’asticella dell’emergenza? Lo abbiamo chiesto al veronese Luca Coletto, assessore regionale alla sanità, esponente della Lega Nord. «Questi interventi sono il minimo sindacale», dice Coletto, «per garantire la salute ai cittadini. La salubrità e il rispetto delle norme edilizie e di sicurezza dei luoghi e delle strutture che ospitano persone va garantita per legge. E la legge va applicata, per tutti e per tutto, compresi gli appartamenti che ospitano profughi».

 

IL CASO POLITICO. L’assessore veneto alla sanità puntualizza: «Siamo usciti più volte, con i nostri tecnici, per verificare sia gli appartamenti sia i centri di accoglienza. Ringrazio, quindi, l’Ulss per quanto sta facendo per la tutela della salute dei cittadini».

Considerando il caso delle rivolte di Verona - dove i profughi e del Veneziano, ma anche la tensione che in Veneto e non solo sta montando, Coletto attacca: «Quanto sta succedendo è inevitabile e si rischia un effetto domino. E il Veneto sta subendo questa situazione, che va affrontata a monte, selezionando gli accessi dei veri richiedenti asilo perché in fuga da Paesi in guerra, e i profughi economici. E la colpa è dell’Europa, che non conta e ci ha lasciati soli».

 

BANDO PER ALLOGGI. Intanto, sull’Albo pretorio del Comune di Verona, l’Amministrazione comunale ha pubblicato un bando-capitolato per reperire un quinto appartamento per profughi nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), da aggiungere ai quattro che già ha, di cui uno in via Molise (10 beneficiari), due in via Palazzina (12 ospiti) e uno in via Del Pontiere (10). Il nuovo appartamento dovrà ospitare 10 persone. Il totale dei beneficiari, nei cinque alloggi, è infatti di 42 persone.

Enrico Giardini

Suggerimenti