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La morte di Berlusconi

L'autore veronese di "Meno male che Silvio c'è": «Pensavo fosse immortale»

Parla Andrea Vantini, l'autore della canzone diventata inno del Popolo delle Libertà nel 2008

 Andrea Vantini con il premier
Andrea Vantini con il premier
Meno male che Silvio c'è: l'intervista ad Andrea Vantini

C’è un legame anche musicale, tra Silvio Berlusconi, morto ieri, 12 giugno 2023, e Verona.

Il refrain cominciò a girare nel 2008, agli incontri e alla convention di Forza Italia in occasione della campagna elettorale delle politiche, trasmesso in sottofondo come una sorta di colonna sonora. «Meno male che Silvio c’è».

Semplice, diretto, con una musica lieve, il verso veniva cantato e ripetuto fino al parossismo dai militanti, ondeggiando le braccia e sventolando bandiere.

[[(article) «Mi diceva: "Che eleganza, peccato che sei comunista". Politicamente è stato una sventura»]]

E l’autore del brano, diventato l’inno del Popolo della libertà, è il compositore veronese Andrea Vantini. «Mai mi sarei aspettato che il presidente Berlusconi mi chiamasse all’epoca e che quel brano avrebbe avuto un così grande successo. Sono davvero colpito dalla morte del presidente», aggiunge Vantini, che ritenevo davvero una persone immortale».

 

Il momento più toccante, per lui, è stato quanto il presidente lo chiamò, per incaricarlo di scrivere quella canzone, che portò al successo della campagna elettorale del 2008. «È un momento triste, ora, per non me lo aspettavo, almeno con questa celerità».

Andrea Vantini
Andrea Vantini

 

Enrico Giardini

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