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Festa della Befana

La mappa dei falò: a Cerea il più grande, ma c'è chi rinuncia per motivi ecologici

Al Faval il rogo da record alto 30 metri e con 700 balle di fieno
A Faval di Cerea si accenderà un falò da record per il 6 gennaio
A Faval di Cerea si accenderà un falò da record per il 6 gennaio
A Faval di Cerea si accenderà un falò da record per il 6 gennaio
A Faval di Cerea si accenderà un falò da record per il 6 gennaio

La tradizione batte l’ecologia senz’appello. Tutto pronto, pioggia permettendo, per l’accensione di decine di falò della Befana in tutta la provincia di Verona. Nonostante i divieti imposti dalle ordinanze applicate in numerosi Comuni in merito alle misure per il contenimento dell’inquinamento da Pm10, quasi nessuno rinuncerà al tradizionale rito propiziatorio di inizio anno del «brusa la vecia». Un atto che scaccia l’anno trascorso con le sue negatività, dalle cui ceneri nasceranno i nuovi 12 mesi sotto buoni auspici.

Solo i volontari dell’Avis di Brognoligo Costalunga hanno deciso di rinunciare senza stare ad attendere ordinanze e bollettini: «Vista la qualità dell’aria in Veneto», spiegano, «ci è sembrata la scelta migliore». Anche il Comune di Verona ha deciso per un falò virtuale e sostenibile, creato con un'installazione luminosa.

Il falò più alto

Uno dei più grandi falò sarà acceso nel giorno dell’Epifania, alle 19, in località Faval di Cerea, al confine con Casaleone e Sanguinetto. Il maxi buriolo, come viene chiamato da queste parti, è alto una trentina di metri ed è stato realizzato con un tronco di un pioppo, oltre 700 botole di paglia, canneti, ramaglie e fascine. Si tratta di una delle più alte pire della provincia. Le amministrazioni comunali si sono mosse nei mesi scorsi per consentire che la manifestazione si svolga senza problemi.

L’ordinanza per le misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico, entrata in vigore a ottobre con durata fino ad aprile, prevedeva la possibilità di effettuare falò in deroga con un diametro e un’altezza massima di due metri. Il 12 ottobre il sindaco di Cerea Marco Franzoni, in accordo con altri primi cittadini che hanno fatto altrettanto nei loro territori, ha firmato una rettifica togliendo i limiti di diametro e altezza. Grazie all’ordinanza che aggira le dimensioni dei falò, gli organizzatori di Faval non dovranno nemmeno preoccuparsi del bollettino Arpav sulla qualità dell’aria. Il documento viene emesso tre giorni alla settimana, il prossimo è atteso per venerdì 5, ma l’ultimo intanto non presenta zone critiche in nessuna parte del Veneto.

«Il buriolo di Faval è una tradizione tramandata da quasi 70 anni», spiega Mattia Bedoni, uno degli organizzatori. «La portiamo avanti grazie al volontariato e a una forte identità territoriale condivisa anche tra i più giovani». Durante la serata saranno distribuiti mandaranci, frutta secca, dolci, cotechino e vin brulè oltre a tè caldo e cioccolata. Il ricavato andrà in beneficenza.

La mappa delle iniziative

In tutta la provincia sono numerosi i Comuni che si preparano a bruciare la vecia. Rimanendo nella pianura veronese, a Gazzo saranno ben quattro i falò, previsti anche a Roverchiaretta, Concamarise, Villa Bartolomea, Castagnaro, Terrazzo e Minerbe con dimensioni contenute.

Sul lago, a Lazise, Castelnuovo del Garda e Peschiera, il falò ci sarà ma nel rispetto delle dimensioni previste dall’ordinanza sindacale, mentre a Sona sono arrivate richieste dalle parrocchie e l’amministrazione comunale sta valutando caso per caso se approvare o meno. Nessun problema a Buttapietra e a Marcellise di San Martino Buon Albergo, così come in Lessinia, dove non mancheranno piccoli falò. L’unica incognita in questi casi sarà la pioggia, prevista proprio nel fine settimana.

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Francesco Scuderi

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