<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Da Villafranca a Parigi

Uno chef veronese al Psg: «Vi svelo
i segreti della dieta di Neymar e Buffon»

Da Villafranca a Parigi
Mattia Piras allo stadio
Mattia Piras allo stadio
Mattia Piras allo stadio
Mattia Piras allo stadio

Si chiama Mattia Piras ed è l’ultimo acquisto del Psg, la squadra di calcio più importante di Francia. Tra campioni del mondo e fenomeni, da poco, c’è anche lui. Non gioca in attacco e nemmeno a centrocampo. Piras agisce un po’ più indietro, o meglio, sopra ai fornelli tra la brigata e i fornitori.

Il 27enne villafranchese, infatti, è uno degli chef della squadra, ma non solo. Sono una manciata in totale i responsabili delle cucine del Psg e si turnano settimanalmente nei tanti compiti. Piras si muove fra spogliatoio e skybar, la zona vip dello stadio Parco dei principi dove, solo qualche settimana fa, c’era il presidente della Repubblica Emmanuel Macron che si gustava la partita contro il Liverpool. «Ha mangiato filetto di manzo e soufflé. Ma è letteralmente impazzito per un diamante di cioccolato con il ripieno di pesca e pera», racconta il 27enne che quei piatti li ha preparati. «C’è quasi più responsabilità in queste occasioni rispetto a quando si lavora per la squadra», dice.

Per quanto riguarda i giocatori, la dieta dipende da tanti fattori. Una linea rigida da seguire la danno i nutrizionisti giornalmente. «Varia dalle partite in programma, dal ruolo che hanno in campo e se vengono da un infortunio o meno», sottolinea lo chef. «Gianluigi Buffon ha sempre il suo piatto di sushi prima e dopo la gara. Rimanendo in porta, non ha lo stesso dispendio energetico degli altri, quindi pesce crudo e riso basmati, essendo ricchi di proteine, sono perfetti».

«Bisogna tener conto che stiamo parlando sempre di piccole porzioni», aggiunge. Questo è un mondo vario e ricco (in tutti i sensi) dove niente è lasciato al caso, nemmeno un momento. «Le stelle Neymar e Mbappè durante l’intervallo hanno il loro snack, noci e mandorle. Ognuno ha il suo piatto con relativa grammatura».

Nello spogliatoio vengono preparate delle ciotole, ciascuna con il nome del giocatore, posta su una mensola. Dipende dal momento fisico del singolo giocatore, se è in forma o deve rinforzare i muscoli in palestra: ognuno ha una storia a sé. Ancora di più se fra gli undici che scendono in campo ci sono fenomeni del calibro di Kylian Mbappè, fresco campione del mondo con la sua Francia. «Aveva avuto qualche problema fisico alla spalla la settimana scorsa mentre era impegnato con la nazionale. Ci è arrivato il comunicato dicendo che non avrebbe potuto giocare il prossimo match, quindi abbiamo preparato un menù alternativo, diverso da quello di chi poi sarebbe sceso in campo», sottolinea Piras. Ogni settimana ha vita autonoma, fra coppe, Champions e campionato. Le indicazioni che riceve variano anche in base alla partita stessa: se disputata in casa o in trasferta e dall’orario. Quando il Psg gioca al sabato la dieta del giovedì e del venerdì sarà ricca di proteine. Ad inizio settimana, quindi dopo lo sforzo della gara, tanti carboidrati. «Il nutrizionista dà le percentuali di grassi, proteine, carboidrati e noi dobbiamo preparare tutto in base a queste indicazioni. Bandito, ovviamente, qualsiasi tipo di dolce». Piani e schemi saltano dall’ordinario quando a metà settimana si gioca la Champions League.

È proprio durante la competizione europea che si assaggia maggiormente l’ansia: «Da fuori non me ne rendevo conto, ma quando c’è la Champions in tutto l’ambiente si respira tanta tensione. Molto più del campionato», confessa il giovane villafranchese ormai parigino d’adozione. E dire che un passato nel mondo del calcio, la sua più grande passione ancora oggi, Piras lo ha anche avuto, ma solo fra le squadre di provincia. Il vero salto di qualità è arrivato lontano dal campo, ma non troppo. La sua favola, come ogni storia di successo, è fatta di sudore, dedizione e poche ore di sonno. Partito dalla sua Villafranca (anche se il cognome non può non nascondere origini sarde), al ristorante Il Gargano, ha girato le cucine di mezzo mondo diviso fra Tokyo, Dubai, Londra e proprio Parigi. Lì ha lavorato al Guy Savoy, il ristorante che nel 2016 la rivista Le liste ha definito il migliore al mondo. I fornelli vista Louvre sono stati importanti, anche se solo di passaggio. Nel frattempo, Piras si è messo in proprio, lavorando come chef autonomo nelle cucine più prestigiose di Parigi tra cui anche quelle del Roland Garros, l’evento tennistico che si è tenuto nella capitale in primavera. Sono state necessarie le conoscenze giuste, caparbietà e testardaggine per arrivare al Paris Saint Germain, farsi una foto vestito da chef sotto lo stemma di una delle squadre più forti del mondo il giorno del suo arrivo e da lì far continuare la sua favola. Perché, come continua a ripetere, tutto è possibile.

Nicolò Vincenzi

Suggerimenti