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Salvini in piazza, ma è scontro sull’orario

Il palco in piazza dei Signori per Matteo Salvini, il 25 aprile, la Lega l’ha già prenotato per tutta la mattinata. Ma l’opportunità di tenere un comizio tra le 11 e mezzogiorno, quando ancora in città si stanno svolgendo le celebrazioni ufficiali per la festa della Liberazione, sarebbe già sotto la lente dei responsabili delle forze dell’ordine.

La possibile «invasione» di migliaia di militanti del Carroccio e della Liga Veneta, con tanto di bandiere, manifesti e striscioni «sovranisti» mentre in città si sta sfilando sulle note di «Bella ciao», desta, infatti, molte perplessità. Tanto più che, in un’intervista a Sandro Benedetti di Radio Verona, lo stesso segretario federale della Lega tiene a far sapere che la manifestazione di Verona per chiedere la modifica delle norme sulla legittima difesa, considerate insufficienti a tutelare i cittadini dalla scorribande della criminalità, «è un omaggio alla festa di San Marco e al Veneto». Aggiungendo che «della festa della Liberazione si sono appropriati quelli che sventolano bandiere rosse con falce e martello».

Parole, quelle pronunciate dall’ex leader dei Comunisti padani, che non allenteranno di certo la tensione, dal momento che il comizio irromperà pure nella campagna elettorale delle amministrative. L’auspicio è che per limitare i rischi, alla luce di quanto è recentemente successo a Napoli, l’evento venga almeno posticipato nel pomeriggio. È molto probabile, poi, che la manifestazione leghista attiri in una città blindata i cortei «antifascisti» di antagonisti e centri sociali.

Salvini fa sapere di aspettarsi «migliaia di persone». E mette le mani avanti: «So già che protesteranno contro di noi come pericolo fascista, ma i veri fascisti sono quelli che non fanno parlare gli altri».

In piazza dei Signori, accanto al segretario federale, ci sarà anche il governatore del Veneto Luca Zaia. Sicuramente non ci sarà, invece, il «padre nobile» della Lega Nord Umberto Bossi che, in un’intervista a Tagadà, ha fortemente criticato la linea di Salvini. «Se andiamo avanti così, la Lega non si salverà» tuona l’ex Senatur bocciando in toto il progetto di Lega Nazionale. «Noi abbiamo messo in piedi un partito locale contro il centralismo nazionale» ricorda Bossi che accusa il leader di aver «in gran parte snaturato» il progetto originale del Carroccio. Critiche alle quali Salvini ha prontamente replicato: «Io vado avanti per la mia strada».

Fa ancora discutere, intanto, il tema della legittima difesa, questione sulla quale Salvini ha indetto il suo comizio in terra scaligera. La senatrice di Fare! e compagna del sindaco Flavio Tosi (che ha confessato di tenere la pistola sul comodino), Patrizia Bisinella, a tale riguardo, fa sapere di aver presentato una proposta di legge che prevede di triplicare le pene a carico di chi compie furti o rapine, senza sconti, né benefici penitenziari».

Per Michele Croce, candidato sindaco di Verona Pulita, «questo tema si pone nel momento in cui lo Stato o la città non offre sufficiente sicurezza ai cittadini che si difendono come possono, talvolta eccedendo e reagendo in modo sproporzionato». E aggiunge: «Non dobbiamo armare i cittadini ma evitare che si armino poiché non deve essere necessario e un sindaco può fare moltissimo».

Dice «si al diritto di difendersi», invece, Vittorio Di Dio presidente provinciale del Movimento nazionale per la sovranità. «Modificare la legge sulla legittima difesa non aprirebbe», afferma il consigliere comunale, «le porte al Far West dove la legge non esisteva, ma sancirebbe il diritto di difendere se stessi e la propria famiglia, ma l’atteggiamento della stragrande maggioranza dei cittadini è molto diverso dall’insopportabile immobilismo di certi politicanti distanti e scollegati dalla realtà di tutti i giorni». E.S.

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