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Sale slot, attacco alla Regione
«Fa leggi, ma non le applica»

Una slot machine: il Comune ha ridotto da 15 a otto ore l’apertura
Una slot machine: il Comune ha ridotto da 15 a otto ore l’apertura
Una slot machine: il Comune ha ridotto da 15 a otto ore l’apertura
Una slot machine: il Comune ha ridotto da 15 a otto ore l’apertura

Sale slot, dopo quella contro i trasgressori dell’ordinanza sindacale che limita gli orari di apertura, è anche guerra amministrativa sull’asse Verona-Venezia. Andata a ritorno. Il Comune attacca infatti la Regione. «Non ha ancora dato attuazione ai provvedimenti approvati oltre un anno fa». È l’affondo dell’assessore al commercio e alle attività produttive, Marco Ambrosini, all’ente guidato dal presidente leghista Luca Zaia e al consigliere regionale della Lista Zaia, Stefano Valdegamberi, veronese.

«Alla Regione e ad alcuni suoi consiglieri sedicenti paladini del sociale e della famiglia come il consigliere di maggioranza Valdegamberi», spiega Ambrosini, «che in più occasioni hanno accusato il Comune di Verona di non aver realizzato provvedimenti efficaci in questo senso, ricordiamo che proprio la Regione, a oltre un anno dall’approvazione (27 aprile 2015), non ha dato attuazione alle norme contro il gioco d’azzardo, perdendo l’occasione di dimostrare un serio impegno nella lotta contro il dilagare di videolotterie e slot». Un esempio, puntualizza l’assessore, «è il minacciato aumento dell’Irap per gli esercizi commerciali che comprendono tra le proprie attività anche slot e videolotterie, del quale non vi è traccia, mentre lo stesso aumento ha riguardato altre attività. Allo stesso modo ricordiamo che il Comune, in soli venti giorni, ha raccolto i dati ed emanato l’ordinanza per un’ulteriore limitazione degli orari, da 15 a 8 ore, di queste attività e in sei mesi ha svolto centinaia di controlli con altrettanti verbali sanzionatori».

Ambrosini va oltre. «Come amministratori ci chiediamo come sia possibile che lo Stato conceda la possibilità di regolamentare queste attività, che le Regioni emanino provvedimenti senza completa attuazione e che i Comuni, ultimo anello della catena degli enti istituzionali, siano lasciati soli nel tentativo di arginare questo pericoloso fenomeno attraverso ordinanze o regolamenti edilizi, che talvolta vengono impugnati nei tribunali amministrativi e civili dalle grandi lobby, con l’intento di fermare la loro azione di contrasto», precisa. «Anche nel caso in cui i Tar rigettino le richieste di sospensiva delle nostre ordinanze, può capitare che il giudice civile sospenda le nostre sanzioni di blocco delle apparecchiature, cosa che rende i nostri provvedimenti praticamente inefficaci».

Allo stesso tempo, conclude Ambrosini, «ci chiediamo anche che senso abbia approvare in Consiglio regionale norme di pura facciata la cui attuazione, come dichiara lo stesso assessore regionale al sociale Lanzarin, si sta dimostrando più difficile del previsto. Non è vendere fumo?».

Valdegamberi, però, non ci sta: «Ricordo ad Ambrosini che la legge regionale che introduce l’addizionale Irap, Imposta regionale sulle attività produttive, per chi ha le slot machine, decorre dal 2016 e quindi la Regione intascherà i soldi nel 2017. La Regione ha già aperto un numero verde per la lotta alla ludopatia, aperto servizi nelle Ulss e altri interventi. Va bene che siamo in campagna elettorale, ma regalerà ad Ambrosini un manuale di diritto tributario!».

Enrico Giardini

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