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«Crediamo nei valori dell’uomo
«La fede non ci deve dividere»

Il vescovo a dialogo con i rappresentanti dei musulmaniL’intervento dell’imam Guerfi durante la celebrazione
Il vescovo a dialogo con i rappresentanti dei musulmaniL’intervento dell’imam Guerfi durante la celebrazione
Il vescovo a dialogo con i rappresentanti dei musulmaniL’intervento dell’imam Guerfi durante la celebrazione
Il vescovo a dialogo con i rappresentanti dei musulmaniL’intervento dell’imam Guerfi durante la celebrazione

Che gli imam si incontrino con sacerdoti ed alti prelati della chiesa cattolica non è ormai un fatto inconsueto. Ma quanto accaduto ieri a Casette di Legnago, al pari di altre parrocchie d’Europa, è davvero un evento storico, visto che fino ad ora era stato soprattutto il clero cattolico, in primis i grandi pontefici, a raggiungere nei loro luoghi di culto gli esponenti delle altre religioni.

Il gesto di fratellanza e di unione, oltre che di cordoglio e vicinanza per l’assassinio di padre Jacques Hamel, che ieri a Casette di Legnago hanno voluto esprimere gli imam Guerfi di Verona e Mansur del Coreis di Milano, ha reso particolarmente felice il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti.

«La presenza qui dell’imam di Verona e di altre rappresentanze di musulmani», ha sottolineato monsignor Zenti al suo arrivo sul sagrato della parrocchiale di Sant’Antonio, «mi fa un immenso piacere. Significa che la pace interessa a tutti. Del resto, l’umanità ha futuro solo con il rispetto reciproco e, possibilmente, anche con la fraternità solidale. Probabilmente questo gesto di solidarietà e di vicinanza era già nel loro cuore, doveva solo trovare la forza di uscire allo scoperto. Ed è significativo che ciò possa avvenire in un momento di preghiera. Si tratta quindi di un’occasione per ribadire che la religione deve unire, non dividere. E che il terrorismo altro non è che insensatezza: non può certo trovare la sua motivazione nella religione, che di per sé non è mai interpretabile in questo senso».

Da parte sua, l’imam Guerfi ha sottolineato che «la spinta a prendere parte a questa messa, insieme alla comunità cattolica, arriva da tante motivazioni. Sia per portare il nostro cordoglio per la morte di padre Jacques», ha spiegato l’imam, «sia per ribadire, con un gesto concreto, vissuto nel quotidiano e visibile a tutti, che l’Islam non è questo».

E ha quindi aggiunto: «L’Islam è pace e il Profeta è venuto come misericordia, non per ammazzare persone solo perché hanno un credo o un pensiero diverso. Siamo qui per confermare la nostra vicinanza nell’unico Dio, nei valori universali dell’essere umano e nella preghiera, con un chiaro e fermo no al terrorismo che non appartiene all’Islam, ma ai criminali e agli assassini».

«Dio», ha concluso l’imam, «non ha obbligato nessuno a credere in Lui o a preferire una religione al posto di un’altra. Ebrei, cristiani, musulmani: è questa la diversità che Dio ha voluto. La nostra presenza è un segno di pace e di unione. Con l’obiettivo di costruire insieme un incontro di civiltà, che parte prima di tutto da un incontro tra persone».E.P.

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