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Verona, in 1.790 classi «L’Arena»
è parte integrante della didattica

Da sinistra: il direttore de «L’Arena» Maurizio Cattaneo, Ceccherini, la professoressa del liceo Maffei, Licia Landi e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo «L’Arena»)  Alessandro ZelgerDa sinistra: il direttore di Bresciaoggi Maurizio Cattaneo, Ceccherini, una  professoressa coinvolta nel progetto e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo Bresciaoggi) Alessandro Zelger
Da sinistra: il direttore de «L’Arena» Maurizio Cattaneo, Ceccherini, la professoressa del liceo Maffei, Licia Landi e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo «L’Arena») Alessandro ZelgerDa sinistra: il direttore di Bresciaoggi Maurizio Cattaneo, Ceccherini, una professoressa coinvolta nel progetto e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo Bresciaoggi) Alessandro Zelger
Da sinistra: il direttore de «L’Arena» Maurizio Cattaneo, Ceccherini, la professoressa del liceo Maffei, Licia Landi e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo «L’Arena»)  Alessandro ZelgerDa sinistra: il direttore di Bresciaoggi Maurizio Cattaneo, Ceccherini, una  professoressa coinvolta nel progetto e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo Bresciaoggi) Alessandro Zelger
Da sinistra: il direttore de «L’Arena» Maurizio Cattaneo, Ceccherini, la professoressa del liceo Maffei, Licia Landi e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo «L’Arena») Alessandro ZelgerDa sinistra: il direttore di Bresciaoggi Maurizio Cattaneo, Ceccherini, una professoressa coinvolta nel progetto e il consigliere delegato del gruppo Athesis (a cui fa capo Bresciaoggi) Alessandro Zelger

Quindici anni di pagine sfogliate, fiumi di inchiostro finiti sotto la lente di migliaia di studenti delle scuole veronesi. Il progetto “Il Quotidiano in Classe”, iniziativa promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, secondo gli insegnanti a contatto con i ragazzi, serve a stimolare spirito critico nelle nuove generazioni, richiamando la loro attenzione sui fatti d'attualità.

Attualmente le scuole della provincia scaligera che aderiscono al progetto sono 99 su un totale di 1.790 classi, 585 docenti e 30.430 studenti, che ogni giorno hanno la possibilità di aprire il giornale e confrontarsi sulle notizie più fresche.

«Il progetto Quotidiano in classe è sempre stato molto apprezzato dai ragazzi, diventando per loro un punto di riferimento e parte integrante della didattica», spiega Licia Landi, professoressa di Italiano e Latino del liceo Maffei, che giovedì assieme ad alcuni colleghi ha avuto l'occasione di partecipare all'incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «La lettura dei giornali diventa un momento di confronto sui fatti importanti, stimolando una maggiore presa di consapevolezza civile, ma è anche un supporto per la riflessione culturale». Il giornale, dunque, come strumento che apre le porte su vari argomenti, a seconda delle sensibilità e dei diversi interessi. «Il liceo Maffei è stato tra le prime scuole a sperimentare l'utilizzo del quotidiano digitale in classe», racconta la Landi. «Questa nuova versione è piaciuta molto ai ragazzi, anche perché offre possibilità interattive multimediali e di approfondimento delle notizie con filmati». La docente ricorda con entusiasmo il momento dell'incontro con il capo dello Stato: «Mi ha colpito molto il riconoscimento del presidente della Repubblica nei confronti della scuola italiana e degli insegnanti, impegnati a far lavorare i ragazzi sul quotidiano come strumento per lo sviluppo di una coscienza civile».

Tra le scuole che aderiscono al progetto, ci sono anche molti istituti tecnici e professionali, come l'alberghiero Berti. «Già Don Lorenzo Milani, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, utilizzava con i giovani i giornali per aiutarli ad acquisire una mentalità critica», racconta Maurizio Malvestio, referente del progetto Quotidiano in Classe per il Berti. «Sebbene mi trovi in un istituto professionale, che orienta gli studenti al lavoro, noto che pian piano i ragazzi si incuriosiscono, arrivando anche a portarsi il giornale a casa: ciò a maggior ragione in questi giorni, con i recenti fatti di terrorismo».

Secondo Caterina Eramo, insegnante di Diritto all'istituto Pindemonte, è importante abituare i giovani a tenersi informati. «Leggendo il giornale, gli studenti si mettono a discutere tra loro delle notizie e chiedono informazioni su alcune parole che non conoscono», spiega la Eramo. «Spesso li invito a riflettere sull'attendibilità delle fonti, analizzando assieme a loro come viene riportato uno stesso fatto su quotidiani diversi». All'istituto Medici di Legnago invece, Giorgia Vesentini, docente di Italiano e di Storia, utilizza gli articoli come strumento di linguistica, alla ricerca delle “cinque W” (il chi, cosa, dove, quando e perché, regola aurea del giornalismo), bacchettando anche talvolta i giornalisti. «Ciò serve per stimolare una lettura critica dei quotidiani», spiega la Vesentini. «È un momento di aggregazione e di confronto importante tra i ragazzi, che tendono a prediligere i giornali locali, perché li sentono più vicini alla loro quotidianità».

Manuela Trevisani

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