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Una colomba in volo per il Papa. È l'omaggio di Dario Gambarin

L'opera &#171;Benedictus XVI&#187; tracciata  con l'aratro da Dario Gambarin sui campi di famiglia|
 Papa Benedetto XVI
L'opera &#171;Benedictus XVI&#187; tracciata con l'aratro da Dario Gambarin sui campi di famiglia| Papa Benedetto XVI
L'opera &#171;Benedictus XVI&#187; tracciata  con l'aratro da Dario Gambarin sui campi di famiglia|
 Papa Benedetto XVI
L'opera &#171;Benedictus XVI&#187; tracciata con l'aratro da Dario Gambarin sui campi di famiglia| Papa Benedetto XVI

Una gigantesca colomba in un immaginario volo verso un monte. Un monte sul quale, come ha sottolineato lo stesso pontefice salutando i fedeli nel suo ultimo Angelus di domenica scorsa, papa Benedetto XVI d'ora in avanti si ritirerà a pregare «chiamato dal Signore». È un omaggio semplice, ma di grande efficacia ed impatto emotivo, quello che Dario Gambarin, il poliedrico artista di origine castagnarese e bolognese d'adozione noto ormai a livello internazionale per le sue perfomance di «land art», ha voluto dedicare a Benedetto XVI proprio a cavallo tra l'ultima udienza generale, avvenuta ieri mattina in un clima di grande commozione, e l'ultimo giorno degli otto anni di pontificato, che si concluderà alle 20 di oggi.
Abituato a commentare tematiche e personaggi di livello internazionale - a farlo conoscere per la prima volta fu, nel 2009, il gigantesco ritratto del presidente Barack Obama – Gambarin non poteva certo rimanere indifferente ad un evento di portata storica come le dimissioni di un Papa che, con il suo gesto, per molti del tutto inaspettato, è riuscito a scuotere il mondo. «Armato» di trattore con aratro, l'artista ha così raggiunto per l'ennesima volta uno dei terreni che la sua famiglia possiede non lontano dal centro di Castagnaro e nel giro di poco più di due ore - rigorosamente «a mano libera», cioè senza tracciare prima alcun punto di riferimento - ha realizzato una nuova performance di land art, intitolata appunto «Omaggio a Benedetto XVI».
Su una superfice di 27mila metri quadrati, Gambarin è riuscito a dar vita ad un'immensa colomba, immaginata come emblema dello stesso pontefice «che vola verso il monte della preghiera». Sotto al disegno, lunga quasi come un intero lato dell'appezzamento, appare a caratteri cubitali la dicitura «Benedictus XVI», che l'autore ha riportato proprio in latino, lingua ufficiale della chiesa usata dal papa anche per dare lo storico annuncio. «In fondo è un po' come se il Santo Padre volasse via, lontano dal mondo», spiega Gambarin, «per questo mi è venuta l'idea di disegnare una colomba in volo. Inoltre, i significati che essa racchiude da sempre sono molteplici. È simbolo universale di pace e nell'iconografia cristiana rappresenta la discesa dello Spirito Santo. Ed è ancora una colomba quella che porta a Noè un rametto d'ulivo per indicare che il diluvio è finito». «Ecco, credo che anche Benedetto XVI», prosegue l'artista, «abbia dovuto affrontare, in un certo modo, qualche diluvio mentre era alla guida del Vaticano. La sua decisione, sofferta e meditata a lungo, è stata infatti interpretata anche come un segnale forte sulla necessità di pulizia, di chiarezza e di cambiamento da attuare nella Chiesa. Del resto, anche nell'ultima udienza, il papa ha parlato esplicitamente di un Vangelo che purifica e rinnova, aggiungendo di non abbandonare la Croce, ma di restare nel servizio della preghiera».
Gambarin, che si definisce «credente e semi-praticante», non entra nel merito della decisione papale né intende fornire una chiave di lettura troppo definita della sua opera. «La mia», sottolinea, «vuole essere una partecipazione diretta alla vicenda umana e personale di un papa che, con il suo grande gesto, ha dato un senso al valore della Chiesa». «Le opere di land art», conclude l'artista, «si possono vedere solo dall'alto. Chissà che, dalla cima del suo monte, il Santo Padre non riesca a vedere anche questa colomba».

Elisabetta Papa

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