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Colpo di scena

L’omicidio del clochard Vasile, l'amico De Mori assolto dopo due ergastoli

Colpo di scena all’appello-bis per la morte di Todirica. L’amico è libero: «Essere in stazione non è prova di colpevolezza»
L’ultimo scatto. A sinistra Eros De Mori, a destra Vasile Todirica
L’ultimo scatto. A sinistra Eros De Mori, a destra Vasile Todirica
L’ultimo scatto. A sinistra Eros De Mori, a destra Vasile Todirica
L’ultimo scatto. A sinistra Eros De Mori, a destra Vasile Todirica

Nuovo colpo di scena nel caso dell’omicidio di Vasile Todirica. Dopo due conferme di ergastolo, è stato assolto Eros De Mori, 45 anni, uno dei tre accusati dell’assassinio del senzatetto romeno di 42 anni picchiato con inaudita violenza e dato alle fiamme alla stazione di Villafranca nel luglio del 2019 e morto in ospedale due mesi dopo. 

De Mori è stato assolto con formula dubitativa, perché non ci sarebbero prove sufficienti per dimostrare la sua responsabilità penale. Ora trascorreranno 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza e 45 per il ricorso che la procura generale potrebbe fare. 

A fine 2022 il primo colpo di scena: la Cassazione aveva rinviato in Appello la sentenza di ergastolo inflitta a De Mori in primo e secondo grado. Così quest’ultimo era stato scarcerato, con la misura cautelare dell’obbligo di firma tre giorni la settimana in attesa della nuova sentenza d’Appello giunta martedì. Ora è libero e vive in una comunità del Villafranchese, dove era già stato accolto non avendo casa né lavoro. 

Le tappe del processo

Per l’omicidio, la corte d’assise di Verona a fine 2020 condannò all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, De Mori, Christian Tuca e Liliano Bosoni, tutti gravitanti attorno alla stazione con Todirica in quel periodo e suoi amici. La sentenza fu confermata in appello a Venezia per tutti e tre nel 2021.

Poi il colpo di scena: la Cassazione definì inammissibili i ricorsi di Bosoni (che nel frattempo è morto) e Tuca, ma accolse quello di De Mori rinviandolo in Appello a Venezia dove martedì è stata emessa la sentenza di assoluzione. Anche in questo caso la testimonianza di Agostino Busselli, «il biondo», è la chiave su cui si è costruita la difesa, condotta dall’avvocato Cristian Faccioli: arrivato in stazione, aveva visto Tuca con il bastone e il fuoco appiccato ed era stato minacciato da Bosoni. Ma non vide De Mori.

Che pure, secondo il Pm e poi secondo la Cassazione era presente in stazione, come confermavano telecamere e macchie di sangue sugli abiti. Ma l’esserci non dimostra la responsabilità penale. Qui sta il punto su cui ruota l’assoluzione. «Non comporta automaticamente una condotta esecutiva e in concorso», spiega l’avvocato Faccioli. «Da questo siamo partiti». Anche nei precedenti gradi la difesa sostenne che la sentenza veniva pur in mancanza della prova di colpevolezza «al di là di oltre ogni ragionevole dubbio». 

Maria Vittoria Adami

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