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Aveva 81 anni

Addio ad Alfio Cantarella, ex batterista dell'Equipe 84. Viveva a Villafranca da 30 anni

Da qualche giorno era ricoverato al Magalini. Lo scorso luglio aveva festeggiato il compleanno con gli amici «beat»
Festa per  gli 81 anni di Alfio Cantarella  alla Piccola Fraternità di Dossobuono
Festa per gli 81 anni di Alfio Cantarella alla Piccola Fraternità di Dossobuono
Festa per  gli 81 anni di Alfio Cantarella  alla Piccola Fraternità di Dossobuono
Festa per gli 81 anni di Alfio Cantarella alla Piccola Fraternità di Dossobuono

É morto Alfio Cantarella, l'ex batterista delle Equipe 84. Da alcuni giorni era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Magalini di Villafranca.

Cantarella da una trentina d'anni viveva nella cittadina veronese fino a un paio di anni fa in centro. Dopo la morte della moglie, aveva voluto trasferirsi alla Piccola Fraternità di Dossobuono, un centro servizi per anziani, dove nel luglio scorso aveva festeggiato 81 anni con gli amici «beat».

Dopo l'Equipe 84 fu produttore di Zucchero

Nato a Biancavilla, in provincia di Catania, nel 1941, Cantarella, dopo i fasti musicali degli anni Sessanta e Settanta, era stato produttore negli anni Ottanta per Zucchero e Sergio Caputo e organizzatore di tournée di artisti di fama nazionale. Negli anni Novanta si era prodigato molto per organizzare eventi a Villafranca, città alla quale lui, quasi apolide (aveva vissuto nel catanese, poi a Milano, Novara, Napoli, e al culmine della carriera in Emilia Romagna), si era affezionato seguendo un desiderata della moglie Lina, veronese.

In quegli anni portò al castello lo spettacolo di Beppe Grillo e poi band del panorama musicale degli anni Settanta, come New Trolls, le Orme, il Banco del Mutuo Soccorso. Ha organizzato anche Verona Beat. E sempre al castello ha portato Nomadi, Lunapop, Irene Grandi, Enrico Ruggeri, Rocky Roberts, Dik Dik, Fiorella Mannoia.

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A Villafranca per amore

A Villafranca si era stabilito con la moglie Lina, tre gatti e due cani. «Ci sto benissimo», aveva raccontato a L'Arena una ventina di anni fa. «Imborghesito io? Direi di no. Il fatto è che Villafranca non è un paese e non è una città. Mi sono ben inserito nel tessuto sociale, al quale do e dal quale ricevo. Sono un apolide soddisfatto. Mia moglie che è veronese ha detto: torniamo a casa. Ed eccomi qui. Sono felice per me e per lei che ha ritrovato l'ambiente familiare». 

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Maria Vittoria Adami

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