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la testimonianza

Lo strazio del collega di Chiara: «Ero riuscito a rianimarla ma è morta sotto i miei occhi»

Il dottor Piergiorgio Buniotto due ore nella caserma dei carabinieri: «Attività ordinaria. Nessuno ha toccato la vacca, né io né lei»
Una foto dal profilo Instagram di Chiara, che adorava la natura e gli animali
Una foto dal profilo Instagram di Chiara, che adorava la natura e gli animali
Una foto dal profilo Instagram di Chiara, che adorava la natura e gli animali
Una foto dal profilo Instagram di Chiara, che adorava la natura e gli animali

Il dottor Piergiorgio Buniotto ha il viso sconvolto. Poco dopo le 15 esce dalla caserma dei carabinieri di Sommacampagna, scendendo i pochi gradini che lo separano dal cancello e da tre suoi colleghi che lo stanno aspettando fuori, seduti sul muretto. È stato negli uffici per tanto tempo. Appena è sul marciapiede, si ferma un attimo. «Cerchi di capire...». La sua voce è carica di dolore e stanca, per le due ore di interrogatorio sostenuto in cui ha specificato bene il dramma assurdo, senza spiegazione, che s’è consumato ieri nella stalla di Custoza.

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Ha dovuto fornire particolari, dettagli, ogni piccolo elemento che possa diventare utile per capire come sia tata possibile una simile tragedia della quale non si ha memoria almeno nel Veronese. «Stavamo facendo controlli sanitari ordinari». La mucca era malata e magari è stata toccata in un punto dolente? «Macché. L’animale non aveva alcun dolore. Non è stato toccato, né da me né da lei».

Il racconto del veterinario che stava eseguendo la visita

Il veterinario e la sua apprendista si sono mossi nel box come hanno fatto centinaia di volte da quando lavoravano assieme. «All’improvviso ho visto che la mia collega è stata spinta contro la parete del box dalla testa della mucca», racconta Buniotto. La situazione è apparsa subito grave. Chiara Santoli è andata in arresto cardiocircolatorio. Stavolta la voce di Buniotto ha un carico di rabbia, mista a rammarico: «Ero riuscito anche a rianimarla, ce l’avevo fatta. Ma poi è morta per le lesioni interne che ha riportato. Davanti a me».

Da dieci anni veterinario di fiducia dell’azienda agricola di Custoza Corte Vittoria, il professionista di Verona fa fatica a parlare di Chiara Santoli. Lavoravano assieme da dieci mesi, da gennaio. «Sì, era un’apprendista, come un praticante avvocato, ecco». Poi l’emozione riprende il sopravvento e non riesce a dire altro se non questo: «Ecco, una collega...lavoravamo tutti in amicizia, come con loro», aggiunge indicando i due veterinari e la veterinaria che sono andati a prenderlo dai carabinieri di Sommacampagna per confortarlo. Un’ultima frase Buniotto la pronuncia prima di salire in auto: «Domani magari riuscirò a parlare, a raccontare, che persona, che collega è stata».

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I genitori di Chiara in caserma

Mezz’ora dopo l’uscita del veterinario dalla caserma, lì davanti è giunta un’Audi blu. A bordo c’erano i genitori di Chiara Santoli, accompagnati dai parenti. Immaginabile il dolore sui loro volti. Hanno bussato al citofono al cancello e sono stati ricevuti dagli investigatori che, assieme allo Spisal, stanno raccogliendo tutti gli elementi utili per consegnare una relazione al magistrato, il sostituto procuratore Paolo Sachar. Inizia così l’iter burocratico per poi consentire la celebrazione del funerale della giovane veterinaria. La sua salma ieri è stata trasferata dalle onoranze funebri Cordioli di Villafranca, i cui addetti sono stati chiamati dai carabinieri nell’azienda agricola di Custoza.

Luigi Grimaldi

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