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La storia

Un palloncino vola da Valeggio a Modena e riannoda due storie dopo 65 anni

Laura Venturelli da bambina lo lanciò con una lettera e oggi è stata contattata dalla nipote della donna che lo ritrovò
Laura Venturelli con la sua foto da bambina (foto Pecora)
Laura Venturelli con la sua foto da bambina (foto Pecora)
Il palloncino di Valeggio che unisce due famiglie

Un palloncino plana dal cielo e finisce impigliato su un albero. Rita Simonazzi, al lavoro di mezzadria in un’azienda agricola modenese, lo nota e lo recupera. Insieme alla piccola busta assicurata con un filo: «Prendi e leggi c’è un messaggio per te», c’è scritto. All’interno voti di buon augurio e una medaglietta della Madonna. La lettera è stampata e riporta la data del lancio: un 19 ottobre alle 17, di un anno e da un luogo imprecisati, forse il 1958, probabilmente dal Santuario del Frassino. C’è solo la firma di Laura Venturelli, allora alunna dell’asilo.

In quei tempi, nell’occasione di ricorrenze religiose significative, soprattutto Mariane, la prassi di liberare palloncini con messaggi religiosi era in uso, in quelle che oggi si definiscono «scuole dell’infanzia». Stupisce però la distanza: da Valeggio sul Mincio a Bomporto di Modena, dove il palloncino finisce la corsa, sono quasi cento chilometri.

 

La scoperta

Passano gli anni, tanti. Barbara Aguzzoli, 48 anni, di Poviglio, nel Reggiano, riordina i libri della biblioteca di casa. E ritrova una lettera. «Mia nonna Rita», spiega, «mi aveva raccontato questa storia incredibile. E so anche che mio nonno Aldenio ce l’aveva sempre nel portafoglio: lettera e medaglietta avevano dato loro coraggio in più situazioni, e aveva risposto alla bambina. Aveva anche conservato la risposta arrivata dalla famiglia Venturelli».

Uniche date certe, nell’impossibilità di stabilire quella effettiva di «decollo» (il messaggio potrebbe essere stato uno stampato rimasto a disposizione dei fedeli anche oltre la ricorrenza, ndr) sono quelle legate alla risposta: 11 gennaio 1959, con timbro delle Poste il 17. Laura, allora bambina, si scusava per il ritardo nella risposta: «Ho cinque anni e sono la maggiore di tre fratelli», scriveva, spiegando di avere avuto bisogno dei genitori per rispondere. Racconta, in bella grafia, come, oltre a lei, ci siano «Giorgio di tre e Elena di un anno». «Ora stiamo tutti bene, ma Elena fino a pochi giorni fa ci ha dato molti pensieri. Però in avvenire voglio sperare che la Madonna ci preservi dalle malattie e ci faccia crescere buoni fanciulli. I miei genitori augurano fortuna e benessere a voi che avete accolto così gioiosi il mio messaggio».

 

Indagine

Dopo il ritrovamento delle due lettere Barbara Aguzzoli, che in passato è stata edicolante e da anni si occupa di vintage (in arte Cucù Vintage), ha cercato di rintracciare la bambina della lettera. «Sapevo che l’avrei fatta felice», dichiara. «Per fortuna non è stato difficile, utilizzando i social valeggiani». Potenza del mondo iperconnesso. Così la bambina di allora, Laura Venturelli, oggi sessantanovenne, ha riprovato un’emozione forte mettendosi in contatto con la nipote della donna alla quale aveva scritto tanti anni fa. «Quando ho visto la lettera», dice commossa, «ho riconosciuto la scrittura di mio papà Francesco, morto sette anni fa. È stato un tuffo nei ricordi, una storia che ho raccontato anche ai miei figli, Gabriele, Stefano e Cristina. Questa persona mi aveva toccato il cuore, spero che quando sarà possibile c’incontreremo».

Le due famiglie, nel Modenese e a Valeggio, condividevano anche il lavoro come mezzadri. «Dopo lo scambio di lettere accaddero molte cose nella mia famiglia», conferma Laura Venturelli, «dall’arrivo di altri sei fratellini ai vari spostamenti ma quello scambio tra persone allora lontanissime, m’è rimasto nel cuore e l’ho sognato anche pochi giorni fa».

Alessandro Foroni

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