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villafranca

Tazio, un supereroe all’asilo: «La mia missione? Insegnare ai piccoli la sicurezza sul lavoro»

Dalla formazione nelle aziende all’intuizione nata in casa: «Giocando con i miei figli ho capito che l’idea poteva funzionare»
Tazio Pradella nelle vesti di supereroe della sicurezza foto (foto Pecora)
Tazio Pradella nelle vesti di supereroe della sicurezza foto (foto Pecora)
Tazio Pradella nelle vesti di supereroe della sicurezza foto (foto Pecora)
Tazio Pradella nelle vesti di supereroe della sicurezza foto (foto Pecora)

Insegna ai bambini la sicurezza sui cantieri travestito da supereroe. Tazio Pradella, 38enne titolare di una società di consulenza e formazione per la salute e sicurezza nelle aziende di Dossobuono di Villafranca, ha deciso di sperimentare un metodo innovativo per insegnare, fin dalla più tenera età, i rischi che i futuri lavoratori di domani potranno correre nei luoghi di lavoro.

Pradella ha deciso di puntare su un pubblico «giovanissimo», entrando addirittura negli asili, e di trasformarsi nel «supereroe Sicurezza», con tanto di casco protettivo e mantellina.

«Volutamente», spiega il professionista, «non ho voluto associare il mio nome a quello del personaggio che rappresento perché vorrei che tanti altri miei colleghi, in Italia, seguissero il mio esempio, trasformandosi in supereroi che insegnano ai bimbi le basi della sicurezza in ambito lavorativo».

Un metodo sperimentato in casa

Il primo incontro con i bambini delle scuole dell’infanzia, in cui Pradella interpreta il doppio ruolo di Tazio e del supereroe, è offerto gratuitamente agli istituti che accettano di ospitare il «superman» dei cantieri. «Se poi le scuole sono interessate ad approfondire le varie tematiche stendiamo un progetto concordandone il costo con gli asili stessi».

I primi a sperimentare il «metodo Pradella» sono stati proprio i figli del consulente e di sua moglie, Emanuela Ferrais, educatrice al nido di Mezzane di Sotto.

«L’idea di questo progetto», riferisce il consulente-supereroe, «è nata nell’estate 2022, con un video semplice e senza troppe pretese, nel quale, giocando con i miei figli Matilde, di 9 anni, e Tommaso, di 4, nel nostro salotto di San Michele Extra, spiegavo loro con l’ausilio di un modellino di carrello elevatore (muletto, ndr) i pericoli insiti nel suo azionamento». «In quel momento», prosegue Pradella, «mi si è accesa la classica lampadina e mi sono chiesto: perché non utilizzare il gioco per educare i bambini nelle scuole alla salute e sicurezza?».

 

 

I video si sono susseguiti su internet, in particolare sulla pagina Facebook che Pradella ha dedicato al progetto «Educazione sicurezza». Nei mesi scorsi, inoltre, il «supereroe Sicurezza» si è materializzato in diverse scuole dell’infanzia veronesi: a Sant’Andrea di Cologna Veneta, Mezzane di Sotto, Bonavicina di San Pietro di Morubio, Lobia di San Bonifacio e a Caselle di Sommacampagna.

L'impegno nelle scuole

«La mia missione», puntualizza Pradella, «e, allo stesso tempo, il mio sogno, sono quelli di arrivare a sensibilizzare più bambini possibili nelle scuole dell’infanzia, con percorsi continuativi, e non estemporanei, concordati con gli insegnanti. Tra i tre e i sei anni di età le menti dei bambini sono delle vere e proprie spugne, delle pagine bianche su cui possiamo incidere culturalmente».

«Tutto ciò», annota il professionista, «con la speranza che questi scolari possano avere delle solide basi che li porteranno ad essere, in futuro, imprenditori o dipendenti migliori e informati. Evitando pertanto le morti sul lavoro, che definirei a dir poco assurde al giorno d’oggi, che ogni anno costano in Italia più di mille vite ad altrettanti lavoratori».

Un altro aspetto importante che emerge dagli incontri tra il «supereroe» e i bambini, è il fatto che gli scolaretti possono toccare con mano i dispositivi per la sicurezza usati in cantieri e fabbriche. «Mostro agli alunni casco, cuffie, giubbotto, occhiali e quant’altro serve per garantire l’incolumità del lavoratore. Quindi li invito a riportare su una sagoma di omino ritagliata questi dispositivi di protezione individuale nella maniera più corretta», conclude il consulente-supereroe.

Fabio Tomelleri

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