«Stefano Cornella non era solo un collega, ma un amico, un confidente e una persona straordinaria». Così questa mattina, 5 settembre, nella chiesa di Madonna del Popolo a Villafranca, i docenti dell'istituto superiore Carlo Anti hanno salutato per l'ultima volta il professor Stefano Cornella, deceduto lo scorso 4 agosto durante un'escursione sulle montagne del Perù.
Ad accogliere l'urna con le ceneri del docente erano presenti, accanto alla moglie Luisa e alle figlie Alessia e Francesca, trecento persone tra colleghi ed ex colleghi dell'insegnante, studenti, personale scolastico, parenti e amici del 63enne.
«Eri il nostro Ulisse, sempre pronto ad esplorare», hanno aggiunto le insegnanti. «Ci mancherai».
Ingegnere, 63 anni, Cornella era docente di elettronica all’Anti e viveva a Villafranca con la moglie Luisa Teso, insegnante di lingue nella stessa scuola. Il mese scorso, la coppia, dopo aver visitato Machu Picchu sulle Ande peruviane, aveva raggiunto la Cordigliera Bianca dove, il 4 agosto, Cornella si è sentito male.
È morto d’infarto a Yungay. nell’ultima escursione in programma. Le sue ceneri sono arrivate venerdì dall’America Latina e stamattina si potrà celebrare il funerale. Durante la funzione saranno raccolte offerte per i volontari dell’Operazione Mato Grosso in Perù, che hanno aiutato la moglie in questo triste e difficile momento. Insegnante molto amato dagli studenti e stimato dai colleghi, Cornella era arrivato all'Anti negli anni Novanta, diviso tra la passione per la montagna e i viaggi in Sud America in Cile, Bolivia, sulla Cordigliera delle Ande, in Ecuador e Perù.
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«Ecco, ora sono felice», ha detto alla moglie con gli occhi rivolti alle montagne che tanto amava. Dopo aver visitato la leggendaria Machu Picchu, la coppia aveva raggiunto la Cordigliera Bianca. Si trovava lì quando lui si è sentito male ed è morto d’infarto durante l’ultima escursione programmata.
Stefano Cornella, 63 anni, era ingegnere e professore di elettronica all’Iti Carlo Anti di Villafranca, comune in cui viveva con la moglie Luisa Teso, insegnante di lingue nella stessa scuola.
Chi era Stefano Cornella
Aveva iniziato a insegnare all'istituto Anti negli anni ’90. Era amato dai suoi studenti e stimato dai colleghi. Faceva escursioni con un gruppo di docenti con cui condivideva la passione per la montagna. Da anni andava sulle Dolomiti: faceva trekking d'estate e allenamento con le ciaspole e sci alpinismo d’inverno. Nel 2011 il primo viaggio con la moglie in Sud America, Cile e Bolivia, poi sulla Cordigliera delle Ande, in Ecuador, alla Laguna del Condor Cocha, a 5.100 metri, circondata dalle creste coperte di ghiaccio del vulcano Chimborazo, e poi quest’anno in Perù. Dove è morto il 4 agosto a Yungay.
Il funerale di Stefano Cornella
Le sue ceneri sono arrivate solo venerdì scorso e ora si potrà celebrare il funerale: sarà martedì alle 10.30 nella chiesa della Madonna del Popolo a Villafranca. Durante la funzione verranno raccolte offerte per i volontari dell’Operazione Mato Grosso in Perù, che hanno aiutato sua moglie in questo triste e difficile momento. A Marcarà, dove erano alloggiati, ai piedi del Parco nazionale del Huascaràn, padre Raffaele di origini vicentine, ha celebrato una messa per Stefano. Con la moglie Luisa hanno partecipato le guide andine del paese e un gruppo di alpinisti della provincia di Vicenza.
Per anni Cornella si è dedicato a una continua preparazione fisica. Con un obiettivo: girare il mondo e assecondare la sua voglia di montagna. Con la moglie, sua inseparabile compagna di viaggio, ha continuato a preparare lo zaino, affrontando nuove ed emozionanti avventure, attratto sempre più dalle cime della Ande.
Il viaggio in Sud America
In Perù si trovavano da tre settimane. Dopo varie escursioni, raggiungendo anche i 5.036 metri della Montagna di Vinikunka, era in programma l’ultima escursione al rifugio Perù al Pisco, prima del ritorno a Verona. Sua moglie ha preferito riposarsi. «Vado io Luisa, non preoccuparti, ci rivediamo domani», le ha detto lui prima di partire. Ma Stefano, ha raccontato Carlos, la guida andina che l’ha accompagnato, si è fermato a metà percorso: «Non mi sento bene, torniamo indietro», ha detto. Poco dopo si è accasciato. È morto così. Nei suoi occhi le montagne che lo hanno abbracciato per l’ultima volta. Oltre alla moglie, lascia le figlie Alessia e Francesca, la mamma Aurelia e la sorella Fulvia.
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Sul sito dell’istituto Anti la preside, i colleghi e gli studenti hanno voluto ricordarlo citando Cognetti: «Ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene». Poi hanno pubblicato giorno e ora del funerale, salutandolo così: «Caro Stefano, la morte ti ha rapito, ma il tuo ricordo rimarrà una perenne guida. La determinazione e l’umorismo con cui affrontavi la vita ci saranno di esempio. Vivrai per sempre con noi».
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