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Isola della Scala

Ritorno dopo 148 anni del Piro Piro del Terek, sosta nelle risaie

Uccello raro, poche le osservazioni. Cavallini, Wwf veronese: «Salvaguardare le zone umide, dove nidifica»
Il Piro Piro del Terek al centro della foto
Il Piro Piro del Terek al centro della foto
Il Piro Piro del Terek al centro della foto
Il Piro Piro del Terek al centro della foto

Il limicolo più ricercato ha fatto sosta nelle risaie di Isola della Scala. È il Piro Piro del Terek (Xenus cinereus), un uccello di dimensioni medio-piccole con un lungo becco appartenente all’ordine dei Caradriformi e deve il suo nome al fiume dove è stato trovato il primo individuo che ne permise la descrizione della specie. Abita luoghi fangosi che alterna con ambienti paludosi, ma lo si trova anche su aree costiere con acque poco profonde o nelle lagune. È possibile vederlo pure negli acquitrini, nelle risaie e sulle saline.

Nel Veronese non si vedeva da 148 anni: infatti, il precedente avvistamento segnalato, catalogato e pubblicato risale al 1875 nel Comune di Castagnaro. In Veneto, la sua presenza più recente è del 28 agosto 2017 quando fu notato a Porto Tolle (provincia di Rovigo).

 

Uccello raro

Di fatto, le segnalazioni conosciute di Piro piro del Terek in Veneto sono solo 16 che lo fanno un «migratore irregolare». A segnalare la nuova visita nel Veronese, a Vò Pindemonte nel Comune di Isola della Scala, è stato Ernesto Cavallini, referente del Wwf veronese per le zone umide. La scoperta è stata casuale essendo stato notato osservando una fotografia di uno stormo di Corrieri grossi.

«I limicoli sono un gruppo di uccelli che vivono nel limo, ovvero sui bordi delle rive, negli stagni e nelle zone umide», commenta Maurizio Sighele, presidente di Verona Birdwatching. «Sono detti anche trampolieri per le loro lunghe zampe e possiedono un becco di forme diverse e varie lunghezze. Sono uccelli che svernano a latitudini piuttosto basse come il Nord Africa e oltre, mentre nidificano più a nord dell’Italia e solo poche specie si fermano. Per questo motivo, nel periodo migratorio pre-riproduttivo la maggior parte che non nidifica in Italia frequenta le nostre zone umide comprese le risaie. Diverso è per il loro ritorno, perché le risaie in quel periodo non sono allagate. Quindi, possono sostare sulle rive del Lago di Garda con preferenza nei periodi siccitosi, poiché non sono coste adatte al limo».

 

Salvaguardia

«Il Piro Piro del Terek ha la peculiarità di essere una specie scarsa a livello nazionale tanto che si elencano tutte le sue presenze: quattro o cinque all’anno», prosegue. «Il valore delle aree umide sta nella possibilità per questi uccelli di trovare luoghi adatti alla sosta e al nutrimento dopo un viaggio di migliaia di chilometri». Cavallini esorta alla salvaguardia delle zone umide dove si incontrano tra le altre specie il Mignattaio, il Combattente e il Cavaliere d’Italia e fra queste aree di sosta inserisce anche «le risaie, nicchie ecologiche insidiate dall’innovazione delle colture, con l’importanza di conservarle come sono». «Sarebbe opportuno anche rinaturalizzare alcune valli che un tempo erano in parte paludose come quelle dei fiumi Tartaro, Menago e Tione», dice il referente per le zone umide del Wwf veronese.

Marco Cerpelloni

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