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Piccioni al camposanto
Il sindaco chiama i falchi

Uno dei falchi «reclutati»Le reti installate dal Comune nel cimitero, per proteggere le tombe FOTO PECORA
Uno dei falchi «reclutati»Le reti installate dal Comune nel cimitero, per proteggere le tombe FOTO PECORA
Uno dei falchi «reclutati»Le reti installate dal Comune nel cimitero, per proteggere le tombe FOTO PECORA
Uno dei falchi «reclutati»Le reti installate dal Comune nel cimitero, per proteggere le tombe FOTO PECORA

Falchi per allontanare i piccioni dal cimitero di Villafranca. L’amministrazione comunale ricorrerà a questo sistema per convincere la colonia di colombi che da mesi «assedia» il camposanto a spostarsi.

A nulla, infatti, sono valsi gli interventi in ottobre e novembre di disinfestazione e installazione di reti e spuntoni anti-piccione. I volatili non ne vogliono sapere di andarsene e si sono ben accampati tra cornicioni, cappelle e porticati. Ma imbrattano colonne, tombe e vialetti con escrementi, uova cadute dai nidi e piccoli morti. E per i cittadini la situazione creatasi è indecorosa.

Continuano le segnalazioni e le lamentele, giunte anche a L’Arena, dei villafranchesi che si recano sulla tomba di famiglia: «È una questione di igiene e decoro, e soprattutto di rispetto per i defunti», reclamano illustrando la sporcizia che si accumula a terra nei punti in cui i piccioni hanno nidificato.

Ma ora si cambia. Il Comune, constatando che sinora gli interventi messi in atto non hanno raggiunto l’esito sperato, ha deciso di ricorrere a un operatore specializzato e autorizzato dalla Regione all’utilizzo dei falchi addestrati «per l’allontanamento di volatili indesiderati».

IL FALCONIERE VERONESE. È il veronese Vittorio De Marchi, di Castelnuovo del Garda, che per un anno verrà in città con i suoi falchi per farli volare in cielo, sopra al cimitero. «È un metodo ecologico e incruento», spiega De Marchi, «che non prevede l’abbattimento dei colombi, ma il loro allontanamento: con la presenza dei falchi i piccioni si convincono che il territorio è occupato da un predatore e si spostano».

Per avere efficacia occorre lavorare con i falchi per un lasso di tempo che va dai sei mesi a un anno. A Villafranca verrà un operatore falconiere per qualche giorno la settimana. Farà volare il falco per un paio d'ore. Poi lo riprenderà e tornerà il giorno dopo. L’operazione sarà ripetuta per circa un anno.

Il Comune ha stanziato in bilancio la somma di diecimila euro per questa misura che risulterebbe essere efficace. Questo sistema «naturale» per debellare il fenomeno è, infatti, tornato in voga da qualche anno. Anche l’azienda ospedaliera di Verona vi aveva fatto ricorso un paio d’anni fa.

La figura rivisitata del falconiere è impiegata molto nell’Italia centrale per scacciare i piccioni dai borghi storici. Falchi, gufi e poiane vengono fatti volare sui centri abitati dai falconieri con periodiche incursioni che spaventano i piccioni e ne destabilizzano le colonie, inducendole a spostarsi.

Ma non si tratta – tengono a precisare gli esperti – di falconeria vera e propria, ovvero la caccia con i falchi addestrati. È un sistema di controllo e allontanamento, conosciuto col termine inglese di «Bird control», che attinge dalle tecniche della falconeria classica per addestrare però rapaci da utilizzare nella mera dissuasione: i colombi non vengono uccisi, ma spinti a migrare altrove.

Oltre all’utilizzo di falchi, all’occorrenza possono essere posate anche delle gabbie di cattura.

Maria Vittoria Adami

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