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La poltrona per Terilli scompagina il Cencelli

Roberto Dall’Oca
Roberto Dall’Oca
Roberto Dall’Oca
Roberto Dall’Oca

Giunta «bis» di Roberto Dall’Oca ancora in alto mare a Villafranca. A dieci giorni dalla proclamazione ufficiale, il 17 maggio, dei componenti del Consiglio comunale, il primo cittadino non ha ancora firmato il decreto per l’assegnazione dei sette assessorati. Aumentando ancor di più la «suspense», sia tra gli alleati che tra le forze di minoranza, in vista della seduta di insediamento di martedì, alle 19.30 che si aprirà proprio con la presa d’atto del subentro dei primi dei non eletti ai consiglieri convocati in Giunta. La strada si è dunque fatta nuovamente in salita per il sindaco dopo che, con non poca fatica, a fine settimana era riuscito a convincere Forza Italia a designare Arianna Residori come terza «quota rosa» dell’esecutivo, dopo Claudia Barbera di Fratelli d’Italia e Jessica Cordioli, della civica Insieme si può. Costringendo in questo modo Angiolino Faccioli, segretario cittadino del partito di Berlusconi, a rinunciare a un incarico da assessore che riteneva di avere già in tasca. Ed è proprio l’accordo sulla seconda poltrona spettante a FI, in base al Cencelli villafranchese, ossia quella di presidente del Consiglio, che le trattative tra il primo cittadino e una parte dei suoi alleati si sono nuovamente arenate. Gli accordi pre-elettorali tra le segreterie del centrodestra avevano indicato come questo incarico, che verrà votato dall’assemblea martedì, fosse appannaggio dei forzisti. Ma questo, dopo la tornata elettorale, si è scontrato con l’esigenza di una parte della maggioranza - tra cui ci sarebbero lo stesso sindaco e la sua civica Insieme si può - di assicurare tale poltrona all’assessore uscente al Sociale Nicola Terilli. Quest’ultimo, appartenente sempre alla lista del sindaco, è rimasto escluso dal nuovo esecutivo: con il suo risultato alle urne al di sotto delle aspettative, è giunto secondo alle spalle di Jessica Cordioli. Proprio la mancanza di certezze su chi la maggioranza sarà pronta a candidare alla Presidenza del Consiglio, ossia o il presidente uscente forzista Lucio Cordioli (molto legato a questo incarico) e appunto Terilli, ha sbarrato la strada a ogni tentativo di Dall’Oca di chiudere il cerchio sulla Giunta entro ieri. «Tutto procede regolarmente», dice quest’ultimo. Stavolta, però, non potrà permettersi passi falsi: i numeri della maggioranza sono più risicati rispetto al mandato precedente: 16 seggi, compreso quello del sindaco, su 25. E sia Insieme si può, terza lista della coalizione più votata dopo FdI e Lega, sia Forza Italia hanno peso in aula, contando tre consiglieri ciascuna. Sempre che il primo cittadino, per temporeggiare, non opti, visti i tempi ormai stretti, per una designazione soltanto parziale dei suoi assessori, nominando i tre esponenti di FdI, col futuro vicesindaco Riccardo Maraia, e i due della Lega. La votazione del nuovo Presidente sarà una cartina al tornasole per la nuova maggioranza: per passare al primo turno al candidato serviranno i voti favorevoli di due terzi dell’assemblea: 16, sindaco escluso. L’eventuale presenza di più candidature, complice la modalità segreta del voto, potrebbero far emergere le prime crepe nel centrodestra. •.

Fabio Tomelleri

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