La gioielleria Gozzi ha chiuso i battenti per sempre. È un capitolo di storia che se ne va quello dell’oreficeria in via Spaziani 10, a Isola della Scala, che ha cessato l’attività a fine luglio.
Per 98 anni Gozzi ha accompagnato gli isolani nelle ricorrenze: nascite, matrimoni, feste e anniversari, tutti i traguardi più importanti della vita che testimoniano lo scorrere di un tempo prezioso. E dagli anni Ottanta, con professionalità, competenza e savoir faire, dietro a quel banco ci sono stati Angelo e Marta che sono stati poi affiancati dalle figlie Ilaria e Maria Novella.
Un consiglio, un sorriso, discrezione e delicatezza con un pizzico di simpatia hanno accolto ogni cliente che a varcava la porta d’ingresso blindata nell’olimpo della bellezza, in una dimensione dove il tempo scorreva che se ne avesse la percezione.
Il passato
La tradizione orafa a Isola è nata nel nome di Gozzi. La gioielleria aveva aperto nel 1925 grazie all’intuizione di Luigi Gozzi (padre di Angelo), il quale non volendo seguire la strada dei genitori che riparavano macchine agricole, si orientò verso gli orologi. «Prima di aprire il negozio, per imparare il mestiere, per cinque anni andò tutti i giorni in bici da Isola a Verona alla gioielleria Pavesi, in via Mazzini», racconta Angelo Gozzi, classe 1942 ripercorrendo tracce di vita familiare che attingono alle origini della professione.
«Il più bel regalo che ricevetti per Santa Lucia», ricorda, «fu il meccano, una valigetta con le costruzioni in ferro che mi piaceva tantissimo, passavo il tempo a manipolare e a costruire di tutto. Nel 1956, appena finita la terza media, mio padre mi indirizzò in negozio. Ero l’unico di sei fratelli a non aver proseguito gli studi. Osservavo quello che faceva e imparavo i segreti del mestiere, perché lui era davvero un maestro».

Due anni dopo il negozio fu ampliato con l’introduzione dell’ottica gestita da uno dei fratelli, attività che proseguirà fino al 1976 quando divenne autonoma con un negozio in via Primo maggio. «Nel frattempo mi sono sposato con Marta che era insegnante ma ben presto entrò nell’impresa familiare che stava crescendo", ricorda, «la passione per il lavoro con il passare del tempo è diventata quasi una vocazione: andavamo alle fiere più importanti d’Italia per trovare gioielli diversi e particolari da proporre ai clienti che venivano da tutto il territorio, nel frattempo proseguivo con le riparazioni».
Il boom negli anni Ottanta e Novanta
L’apice arriva fra gli anni Ottanta e Novanta con un altro rinnovo del negozio e il boom di vendite e giro d’affari. Ad accompagnare la crescita dell’azienda, la presenza, discreta, della signora Marta, scomparsa recentemente, e delle figlie, in particolare Maria Novella che ha seguito il negozio negli ultimi 10 anni.
Il presente
La decisione di chiudere è arrivata, «sofferta venendo a mancare le forze per proseguire e per tante altre ragioni. In tanti ci hanno chiesto di continuare ma non potevamo fare altrimenti», afferma Gozzi, che è stato sindaco dal 1988 al 1993, capogruppo degli alpini per 45 anni consecutivi e nel 1995 ha ricevuto l’onoreficenza di cavaliere al merito della Repubblica. Tante soddisfazioni, un solo rammarico: non essere arrivato al secolo.