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il racconto del sopravvissuto

Rogo sopra il bar, il dramma dei due fratelli: «Volevo entrare da Amedeo. Il fuoco me lo ha impedito»

Giampaolo Viani era in casa quando è scoppiato il rogo nell’albergo - bar Centrale di Isola della Scala, che ha provocato la morte del fratello Amedeo. All’origine della tragedia forse un malore
La vittima, Amedeo Viani, e fiori davanti al bar centrale di isola della Scala (Dienne)
La vittima, Amedeo Viani, e fiori davanti al bar centrale di isola della Scala (Dienne)
La vittima, Amedeo Viani, e fiori davanti al bar centrale di isola della Scala (Dienne)
La vittima, Amedeo Viani, e fiori davanti al bar centrale di isola della Scala (Dienne)

«C’era fumo, una vampata di calore. Mi sono avvicinato all’alloggio di Amedeo, cercando di entrare, ma una fiammata mi ha bruciato parte dei capelli». Giampaolo Viani parla a stento, lo sguardo lontano. Siede al bar vicino al suo bar Centrale, la mente che ripercorre l’incubo di quei minuti. «Questa disgrazia proprio non ci voleva», ripete ai tanti che lo avvicinano per capire come sta, per porgere le condoglianze, condividere un ricordo di Amedeo. «Mi hanno accompagnato fuori i vigili del fuoco, Amedeo era sul divano, le fiamme lo hanno avvolto completamente, per lui non c’è stato nulla da fare».

Sotto choc

Lo choc è ancora grande, difficile per Giampaolo mettere in fila con esattezza gli eventi. «Mi ero alzato alle 4.30, mi alzo sempre presto», racconta il 67enne sopravvissuto al rogo dell’hotel diventato casa, «e quando ho aperto la porta del mio alloggio, in fondo al corridoio del primo piano, subito sono stato avvolto da quel calore irrespirabile».

Non ha sentito rumori prima, afferma, e dopo pochi minuti ecco i pompieri che si prendono cura di lui, lo accompagnano all’ambulanza. Poi il ricovero al Magalini, la constatazione che le ustioni sono lievi, le dimissioni nel pomeriggio. Il fisico integro, il cuore spezzato, lo spavento, la preoccupazione per quel che sarà adesso. Senza più il fratello Amedeo, senza l’attività.

Già mercoledì 24 maggio al pomeriggio Giampaolo Viani ha tentato di raggiungere il suo bar, che gestiva da una vita e di cui si occupava con il fratello, prima con mamma Romilda Simi, poi loro due, tutti i giorni vicini, anche in questi ultimi anni di difficoltà. Quel bar posto sotto sequestro dai carabinieri una volta ultimato il lavoro dei vigili del fuoco al piano superiore, nella parte di hotel trasformata in alloggio.

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La rete solidale

Viani ha trascorso la nottata e ha pranzato in un ristorante-hotel di Pellegrina, appoggiandosi per tutto il resto alla casa che aveva cointestata con Amedeo vicino alla stazione ferroviaria, da tempo chiusa e inutilizzata. Al ritorno dell’esercente dall’ospedale, oltre al cordoglio generale di tutta la città del riso, si è messa in moto però attorno a lui una rete solidale costituita dagli amici e dai parenti più stretti, nonché dai vecchi clienti del «Centrale», proprio per non lasciare Paolo - come tutti lo chiamano in paese - solo nel suo sconforto.

Ed ecco che c’è chi si è offerto di accompagnarlo nei vari uffici per sbrigare le incombenze burocratiche relative al decesso del fratello e all’incendio, mentre altri si sono offerti di dargli un alloggio temporaneo, ma anche di garantirgli pranzo e cena, di fornirgli dei vestiti. A molte persone, comunque, Giampaolo Viani ha risposto con un garbato no, preferendo arrangiarsi come meglio poteva.

Le indagini

Ora il barista-albergatore attende il nulla osta dalla magistratura per la sepoltura del fratello Amedeo. Il pm di turno Alberto Sergi, difatti, ha inserito il tragico incendio nel registro degli atti non costituenti notizie di reato, escludendo quindi il dolo che l’intervento di terzi nell’incendio.

In base ad una delle ipotesi al vaglio della magistratura, dunque, ad innescare il rogo che ha svegliato via Spaziani poco prima dell’alba di mercoledì, sarebbe stata la caduta accidentale di una sigaretta che il 70enne stava fumando nel suo alloggio.

Non si scarta nemmeno l’ipotesi che lo stesso Amedeo, da alcuni mesi affetto da gravi problemi di salute, sia stato colpito da un malore improvviso. Rimane come causa dell’incendio la caduta accidentale di un mozzicone, dal momento che l’uomo, come lo stesso Giampaolo, era un accanito fumatore.

Il divampare delle fiamme sarebbe stato favorito dal pavimento in moquette e dagli arredi dell’alloggio. I soccorsi, va ricordato, mercoledì mattina sono stati tempestivi. A dare l’allarme un passante in bicicletta che ha intercettato una pattuglia dei carabinieri. I militari, chiamati 118 e vigili del fuoco, si erano subito occupati di far uscire tutti gli abitanti delle palazzine limitrofe. Secondo i testimoni, l’intervento dei pompieri è stato fondamentale per mettere in salvo Giampaolo, purtroppo nulla si è potuto fare per Amedeo.

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Fabio Tomelleri

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