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Dall’Oca, stessa squadra stessa corsa

La presentazione del candidato Roberto Dall’Oca, sindaco uscente, sostenuto da cinque liste FOTO PECORA
La presentazione del candidato Roberto Dall’Oca, sindaco uscente, sostenuto da cinque liste FOTO PECORA
La presentazione del candidato Roberto Dall’Oca, sindaco uscente, sostenuto da cinque liste FOTO PECORA
La presentazione del candidato Roberto Dall’Oca, sindaco uscente, sostenuto da cinque liste FOTO PECORA

Da un lato la solitaria candidatura dell’ex sindaco, tesserato Fratelli d’Italia, Mario Faccioli, dall’altra il Centrodestra che ieri ha schierato i pezzi da novanta a supporto del sindaco uscente Roberto Dall’Oca. Una risposta poderosa, in termini numerici, per un avversario che qualcuno ritiene «ininfluente». Ma tant’è. Ieri mattina, all’hotel Expo di Villafanca, davanti a due gigantografie di Dall’Oca proiettate sulla parete della sala stampa, il Centrodestra ha chiuso un sudato percorso facendo quadrato sul primo cittadino che si ripresenta alle amministrative del 14 maggio con la stessa alleanza di cinque anni fa: con i simboli di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, civica «Insieme si può» e Verona Domani. Sono quattro le liste al momento: i consiglieri di Villafranca Domani, Jacopo Foroni e Nicole Ortombina, confluiranno in FdI, perciò di Verona Domani resta il simbolo. Dall’Oca non esclude, però, la possibilità di radunare anche un gruppo di giovani in una loro civica. Ciò che conta in questa alleanza è lo schieramento dei partiti, fieramente difeso dopo le polemiche giunte dal Centrosinistra e dallo stesso Faccioli sulla poca attenzione proprio della filiera partitica e delle sue decisioni «calate dall’alto» su Villafranca. Al tavolo con Dall’Oca, 56 anni, civico, nato in Alleanza Nazionale nel 2004, c’erano le sospirate segreterie provinciali, per mesi richiamate dai partiti locali: Claudio Melotti per Forza Italia (nel pubblico il consigliere regionale Alberto Bozza, assente Flavio Tosi); Paolo Borchia della Lega, anche europarlamentare, (nel pubblico il consigliere regionale Filippo Rigo delegato qui per la campagna elettorale); il deputato Ciro Maschio, coordinatore di FdI (seduti davanti il senatore Matteo Gelmetti e i deputati Maddalena Morgante e Marco Padovani, assente il consigliere regionale Daniele Polato e assente pure Matteo Gasparato (Verona Domani). Presenti tutte le segreterie locali del Centrodestra, l’intera giunta uscente e qualche «grande elettore» di FdI, da Enrico Ortombina a Franco Pennacchia e Mirco Cordioli. E ancora amministratori del comprensorio (eccetto il consigliere regionale Thomas Piccinini) e Massimo Giorgetti, FdI, che su Villafranca ha giocato tante partite politiche, tra cui quelle per Mario Faccioli. «Il centrodestra ha trovato la sintesi su di me», spiega Dall’Oca. «Mi è stato chiesto perché questo stand-by su un sindaco uscente. Non era scontato né obbligatorio il secondo mandato. Io avevo dato la mia disponibilità e c’è stato un confronto. Ho sempre lavorato per l’unità del centrodestra sin dal 2018 quando la sintesi di Villafranca ha anticipato poi quella in Regione e quella più attuale al Governo. Oggi torno con la stessa coalizione del 2018. Il centrodestra non è diviso, è tutto a questo tavolo: se qualcuno fa scelte diverse non significa ci sia una divisione». Dall’Oca lancia quindi il suo progetto «aperto a chi si riconosce in questa strada»: le liste saranno presentate tra qualche giorno e non sono ancora chiuse. «C’è un percorso da completare. Cinque anni fa ci è stata data fiducia e credo sia stata ripagata», continua elencando quanto fatto: invariate, se non ridotte, le tasse; 32 milioni di opere in cantiere; diminuzione del debito dell’ente da 14 a 10 milioni; parco del Tione e Centro Anck’io; restauro e apertura al pubblico delle torri del castello; rotatoria dei Volpini; riqualificazioni delle scuole Bellotti e Montalcini per 3 milioni dal Pnrr; inizio dell’iter per le piazze di Dossobuono e Alpo (quest’ultima con prima gara andata deserta, però); gara del secondo tratto della Grezzanella tra poche settimane; marciapiedi e asfalti. «Chi dice che non abbiamo fatto niente lo fa in malafede. Non è andato tutto bene», continua al termine di 5 anni passati tra pandemia e crisi energetica. «Qualcosa abbiamo sbagliato, e cercheremo di capire le esigenze delle persone dando risposte». Poi uno sguardo ai partiti: «Villafranca è una realtà importante e ha davanti grandi temi che non possono essere affrontati da civici. Non vanno denigrati i partiti, sono un valore aggiunto e sono orgoglioso di averli con me». «I partiti servono per fare sintesi», aggiunge Melotti: «a Villafranca ci siamo riusciti. Questa è la coalizione giusta e migliore per la figura di Dall’Oca e per il programma». «L’elenco puntuale delle opere fatte è esempio tangibile», dice Borchia. «Qui oggi sono rappresentate Regione, Governo ed Europa. E su Dall’Oca, politicamente si è giunti a una bella sintesi del perimetro del centrodestra con il mondo del civismo». «È un potenziale enorme», sottolinea Maschio: «Oltre al centrodestra le realtà delle civiche ampliano la rete. Potevamo rivendicare il sindaco, visto il bacino di voti, ma siamo un partito che lavora per la coalizione. Il sindaco ha lavorato bene e non ha senso inseguire velleità e personalismi».•.

Maria Vittoria Adami

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