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Il record

A Custoza il miglior potatore di viti d'Italia: è Matteo Finezzo

di Stefano Joppi
Ventiquattrenne lavora nell’ azienda Gorgo di Custoza, sul podio del Festival italiano ideato da Simoni&Sirch Vine Master Pruner
Matteo Finezzo tra i vigneti dell’azienda Gorgo a Custoza, con la titolare Roberta Bricolo
Matteo Finezzo tra i vigneti dell’azienda Gorgo a Custoza, con la titolare Roberta Bricolo
Matteo Finezzo tra i vigneti dell’azienda Gorgo a Custoza, con la titolare Roberta Bricolo
Matteo Finezzo tra i vigneti dell’azienda Gorgo a Custoza, con la titolare Roberta Bricolo

Ha 24 anni, abita a Verona ed è il miglior potatore della vite d’Italia. Matteo Finezzo, diploma di liceo scientifico nel cassetto e dipendente dell’azienda Gorgo di Custoza, è il vincitore del 2° Festival italiano del Potatore, ideato e organizzato da Simonit&Sirch Vine Master Pruners (il metodo di potatura firmato dai consulenti agronomi Marco Simonit e Pierpaolo Sirch noti in tutta Europa), che ha visto gareggiare nei vigneti dell’agricola San Felice di Castelnuovo Berardenga, in Toscana nell’area del Chianti classico, un centinaio di concorrenti.

Matteo è stato incoronato maestro della potatura davanti a Matteo Vecchia di Bologna e Umberto Capraro di Valdobbiadene con concorrenti provenienti dalle zone più disparate della Penisola, da Ragusa a Trento. La valutazione è stata affidata ad una giuria composta da Marco Simonit, Pierpaolo Sirch, dai tecnici S&S Vine Master Pruners e dai giudici internazionali Rodrigo Soto (California), Anna Jorgensen (Portogallo), Matt Strugnell (Ridgeview, Uk) e Philippe Kuntzmann.

La prima edizione si era svolta in Franciacorta, nel 2025 sarà a Ribera del Duero in Spagna. «La gara consisteva nella potatura secca, quindi invernale, di un cordone speronato. In pratica una vite sviluppata in orizzontale con un cordone permanente e dei punti vegetativi (quattro o cinque). Ognuno dei concorrenti aveva una sessantina di punti vegetativi da controllare e potare. La giuria tecnica dava poi un voto sul taglio e l’abilità dimostrata nell’operazione», racconta Finezzo.

Orgoglio e sicurezza

Al suo fianco ascolta Roberta Bricolo titolare dell’azienda Gorgo. «La potatura della vite è la chiave per la qualità di un vigneto. Non è una frase fatta sostenere che il vino si fa in vigna. Se il viticoltore porta in cantina un’uva di qualità l’enologo e il cantiniere hanno già il lavoro compiuto», continua Matteo che si è avvicinato alla professione seguendo le orme di papà.

«Il liceo mi ha dato competenze utili anche per l’agricoltura», riprende Finezzo, che sottolinea alcuni accorgimenti utili nella cura della vite. «Innanzitutto la ramificazione quindi il flusso della linfa: bisogna creare una interconnessione tra radici e chioma. L’uva prende nutrimento dal terreno e solo con tagli intelligenti si permette questa interconnessione. Più il flusso della linfa è costante negli anni più la vite è longeva e l’uva di qualità».

«Avere in azienda il miglior potatore d’Italia significa avere la sicurezza di sviluppare tutte le procedure corrette e all’avanguardia affinché i nostri progetti all’insegna della qualità del prodotto vengano realizzati», interviene Roberta Bricolo. «È motivo d’orgoglio e una prova di serietà dell’azienda che si estende per 53 ettari vitati, tutti certificati biologici, sulle colline moreniche intorno all’abitato di Custoza. Matteo ha imparato sul campo. E ha investito per noi creando il vigneto di Matteo che cura e tratta solo lui. Sapere che il miglior potatore d’Italia è un nostro collaboratore a tempo indeterminato che si è formato nella piccola Custoza contro avversari del Franciacorta e del Ferrari di Trento suscita un’emozione particolare», conclude Roberta Bricolo

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